Famiglia

Abbruzzi:«E’ emergenza per gli orfani bianchi»

Ivano Abbruzzi, direttore dell'Area Progetti e Ricerche de L'Albero della Vita è interventuto alla Giornata di Discussione Generale sulla Convenzione Onu mettendo in primo piano il problema dei figli delle madri che vanno a lavorare all'estero

di Redazione

A Ginevra Ivano Abbruzzi è stato presente in qualità di presidente del Comitato di Programma del Forum mondiale di IFCW – Forum internazionale sul benessere del bambino – che si terrà a Napoli alla fine del mese di novembre (dal 26 al 29), il cui titolo è "La famiglia, l'infanzia e l'educazione al centro delle nuove sfide dello sviluppo sociale" e che affronterà strettamente la questione dei bambini coinvolti nella migrazione e in qualche modo influenzati dalla migrazione.

Ha altresì parlato in qualità di Direttore dell’area Progetti e Ricerche de L'Albero della Vita, una fondazione italiana che lavora con i bambini vulnerabili in Italia, in alcuni Paesi europei e in molti Paesi poveri e in via di sviluppo.

«Oggi contribuirò alla discussione con alcuni dati e punti chiave connessi con un problema specifico di cui L'Albero della Vita si sta occupando da 4 anni: la questione dei Children Left Behind, bambini lasciati in Romania dai genitori migranti. Come rappresentante di una ONG vorrei dare un contributo concreto alla discussione, cercando di approfondire un fenomeno dalle caratteristiche peculiari, che non ha certo soltanto una rilevanza locale, ma un enorme impatto europeo», ha detto Abbruzzi.

«Come certamente sapete, negli ultimi anni, la Romania, come altri Paesi dell’Est europeo, è stata interessata da diversi cambiamenti economici e sociali. Negli ultimi anni, un numero crescente di persone dei segmenti più poveri e modesti della popolazione ha scelto e continua a scegliere di emigrare all'estero, nel tentativo di garantire una vita migliore alle proprie famiglie. Secondo i dati, sembra che quasi 4 milioni di rumeni – un quinto della popolazione totale – siano emigrati verso altri Paesi europei, soprattutto verso l’Italia e la Spagna.
I genitori emigrano e i bambini vengono lasciati a casa, di frequente affidati ai parenti – spesso nonni, fratelli o sorelle o anche vicini di casa. Analogamente ad altri Paesi che stanno sperimentando una massiccia emigrazione – come le Filippine, il Messico o la Cina – nella nuova Romania, membro dell'Unione europea, questo fenomeno è aumentato a dismisura ed è molto difficile per le autorità pubbliche esserne pienamente consapevoli e gestirlo in modo adeguato e su chiave transnazionale».

Per leggere l'intero intervento di Ivano Abbruzzi clicca qui.


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