Famiglia

Abbiamo vent’anni, (Ma non possiamo festeggiare)

L’8 giugno 1987 venne aperta la prima linea telefonica. Da allora i centralini dell’associazione sono diventati un termometro di quel che succedeva nelle famiglie...

di Maurizio Regosa

Sui minori non c?è una visione complessiva, né una strategia di lungo periodo. Il governo non ha le idee chiare. Gli adulti non hanno capito che devono occuparsi del futuro dei giovani. Ne ha un po? per tutti Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, che compie vent?anni e il 21 e 22 aprile festeggerà in modo speciale con la consueta giornata di raccolta fondi, Fiori d?Azzurro 2007, in ben duemila piazze italiane.

Vita: Sembra passato un secolo?
Ernesto Caffo: Quando l?8 giugno 1987 aprimmo le linee telefoniche, registrammo un numero immediatamente ampio di chiamate: la conferma che gli abusi esistevano ma non venivano alla luce.

Vita: E la casistica?
Caffo: Il fenomeno si è rivelato in tutte le sue sfaccettature. La violenza in famiglia, sessuale, psicologica? Abbiamo capito che riguardava le famiglie marginali e quelle socialmente integrate, che non c?erano differenze fra Sud e Nord. Ascoltare le richieste ci ha spinto a lanciare allarmi che spesso non sono stati ascoltati.

Vita: A cosa si riferisce?
Caffo: Al bullismo, a internet. Quando ne parlavamo nessuno dava seguito alle nostre proposte. Oggi tutti si rendono conto che sono questioni complesse e coinvolgono le figure genitoriali, i media, le agenzie formative?

Vita: Si verificano ancora drammi ?antichi? come il suicidio del ragazzo accusato di essere gay?
Caffo: Anche anni fa esisteva la violenza fra coetanei, ma c?era attorno ai bambini una solida rete di supporto e di relazioni. Oggi la trovano con maggiore difficoltà. L?adolescenza stessa è cambiata. Non c?è stato però un riadattamento del sistema complessivo per cui la fragilità dei ragazzi è più visibile.

Vita: C?è molto da fare.
Caffo: Abbiamo ancora interventi non adeguati sulle vittime di violenza. Risposte minime al Nord, quasi inesistenti al Sud. Manca anche un trattamento serio per gli autori di reato, che spesso reiterano il comportamento dopo una spesso breve detenzione. Al fronte restiamo sempre noi associazioni ma da parte dello Stato non c?è una volontà complessiva di intervenire in modo coordinato ed efficace. Tante dichiarazioni, pochi fatti. E quando ci sono, sono basati sull?emergenza o mancano di attuabilità.

Vita: Per esempio?
Caffo: La legge 285: tante risorse, ma non c?era un sistema di verifica reale. Dobbiamo costruire una cultura progettuale molto più solida. Non a caso pochi sono i progetti italiani sostenuti dall?Europa.

Vita: Cosa pensa del Contratto di servizio della Rai, a proposito di tutela dei minori?
Caffo: Vorrei sapere chi si occuperà di rendere operative quelle indicazioni. In generale penso che il mercato sia uno strumento di sfruttamento per i minori spesso grazie a un marketing aggressivo che spinge a un eccessivo consumismo? Poi ci meravigliamo se i ragazzi usano il cellulare per riprendere i loro compagni in situazioni improprie?

Vita: In quella giungla che pare ormai la scuola, non servirebbe un Telefono Azzurro per i professori?
Caffo: Sono anni che solleviamo il problema, anche in incontri con il ministero della Pubblica istruzione. Ogni volta sembrava di trovare un muro. Oggi si ci rende conto che occorre trovare forme di collaborazione. Anche i ragazzi devono mettersi in discussione, assumersi responsabilità e regole.

Vita: Oggi c?è un ministero per i giovani?
Caffo: Che non fa parte del gruppo dei ministeri per i quali prestiamo il servizio del 114. In realtà manca un coordinamento sia per le politiche complessive che per le deleghe specifiche. Avevamo chiesto un ministero autorevole per l?infanzia e l?adolescenza che potesse raccogliere tutte le competenze ora assegnate a tanti ministeri, che avesse risorse finanziarie autonome per avere un progetto a lungo termine. Questo non è avvenuto.

Vita: Eppure la Finanziaria è stata presentata come una legge ?per i giovani?…
Caffo: Finora nessuna Finanziaria ha tenuto presenti i bambini e gli adolescenti come risorse su cui investire, come protagonisti veri. È il limite di non avere un disegno complessivo.

Per saperne di più: www.azzurro.it/site/fiori2007.htm


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