Welfare

Abbi fiducia (nell’impresa)

di Flaviano Zandonai

Ormai da qualche tempo focus è la mia pagina preferita del corrierone. Quella di sabato 24 era davvero interessante. Riportava i risultati di un’indagine sugli indicatori di fiducia dei lavoratori italiani (se volete partecipare cliccate qui). In generale i valori sono sempre più bassi (e vorrei vedere). Ma ci sono alcune parziali eccezioni in questo quadro di “pessimismo cosmico”. Ad esempio l’istituzione che suscita più fiducia è la propria azienda, con percentuali che si avvicinano al 50% (la soglia che convenzionalmente indica la fiducia positiva). I sindacati, tanto per intenderci, non raggiungono neanche il 30%. Altro dato interessante è che gli indici di fiducia sono sistematicamente più alti per i lavoratori under 30; pare quindi che i precari della generazione mille euro siano più fiduciosi rispetto ai lavoratori con il recentemente riesumato “posto fisso”. Non sorprende quindi che fra le misure anti crisi più gettonate vi sia la compartecipazione agli utili dell’impresa e la richiesta di rendere obbligatori i servizi di outplacement per la ricerca di un eventuale nuovo lavoro. Sono risultati interessanti anche per le imprese sociali. Chissà cosa sarebbe successo se fossero state inserite nel campione della ricerca. Si poteva verificare la tenuta di alcuni architravi della teorizzazione più recente, secondo cui si tratta di imprese che fondano – per virtù e un pò anche per necessità – il legame persona / organizzazione proprio su base fiduciaria. A fronte di salari più bassi rispetto ad altri settori (ma sarei curioso di rifare i conti a fine crisi) le imprese sociali aggiungono importanti elementi di retribuzione come autonomia e creatività nella gestione del lavoro, equità nelle procedure di governance e nella redistribuzione delle risorse (altro che compartecipazione agli utili), ecc. Dovremmo quindi aspettarci grandi performance fiduciarie. Sarà per la prossima volta?

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