Formazione

Abbandono scolastico: quello degli studenti stranieri, in Italia, è il più elevato d’Europa

Gli early school leavers tra gli stranieri sono il 35,4% a fronte di una media nazionale del 13,1%: è il dato più alto d'Europa. Per la prima volta calano gli alunni con origine migratoria iscritti nelle nostre scuole: -11mila. Un quarto sono in Lombardia. Aumentano i nati in Italia, sono il 66,7%. Sono 859 le scuole in cui la maggioranza degli alunni è di origine straniera. Tutti i dati del ministero

di Sara De Carli

Nell’a.s. 2020/2021, l’anno della pandemia, si registra, per la prima volta, una diminuzione del numero di studenti con cittadinanza non italiana presenti nelle scuole: sono 11mila in meno (dati al 31/08/2021) rispetto all’anno precedente. È la prima volta dal 1983/1984, primo anno scolastico nel quale sono stati raccolti dati statistici attendibili. Lo rivela il report annuale pubblicato dal ministero dell'Istruzione.

Nel 2020/2021 gli studenti con cittadinanza non italiana nelle nostre scuole sono quindi 865.388. Nonostante la flessione, resta inalterata la percentuale di studenti con cittadinanza non italiana sul totale degli studenti in Italia: sono il 10,3%. Infatti è diminuito, al contempo, di quasi 121mila unità anche il totale generale degli alunni. La diminuzione più consistente si registra nella scuola nell’infanzia (-12.742 bambine e bambini). La percentuale dei nati in Italia sul totale delle studentesse e degli studenti di origine migratoria, nel 2020/2021, è arrivata al 66,7%, oltre un punto in più rispetto al 65,4% del 2019/2020. Gli studenti che frequentano per la prima volta una scuola italiana nell’A.S. 2020/2021 diminuiscono complessivamente di quasi 6.700 unità, quasi il 30% in meno dell'anno prima anche per effetto del Covid.

I tassi di scolarità sono analoghi a quelli degli studenti italiani sia nella fascia di età 6-13 anni (quasi il 100%), sia in quella 14-16 anni (94,1%), mentre nei 17-18 anni il tasso di scolarità degli studenti con cittadinanza non italiana scende al 77,4% contro l’83,3% degli studenti italiani.

Il 65,3% delle studentesse e degli studenti con cittadinanza non italiana risulta concentrato al Nord, seguono il Centro, con il 22,2%, e il sud con il 12,5%. La Regione con la presenza maggiore è la Lombardia, che nello scorso anno scolastico ha ospitato 220.771 studenti con cittadinanza non italiana, oltre un quarto del totale presente nel nostro Paese (25,5%).

Gli studenti di cittadinanza non italiana sono originari di quasi 200 Paesi del mondo. Il 44,95% è di origine europea, una percentuale stabile, seppure in lieve diminuzione. Seguono bambini e ragazzi di provenienza africana (26,9%) e asiatica (20,2%). La cittadinanza più rappresentata, seppur in diminuzione rispetto al 2019/2020, si conferma ancora una volta quella Rumena con oltre 154mila studenti. Nell’insieme, gli studenti di origine rumena e albanese (117mila unità) rappresentano quasi un terzo degli alunni con cittadinanza non italiana (31,3%). Gli studenti marocchini, oltre 109mila unità (12,6%), costituiscono la comunità più consistente del continente africano nonché la terza in valore assoluto in Italia. Nella comunità cinese, gli studenti nati in Italia rappresentano ben l’86,0% del totale (42.441 su 49.354).

Si registra una diminuzione delle scuole con una percentuale di presenza di studenti con cittadinanza non italiana superiore al 40%: sono il 3,2% delle scuole. Sono 859 le scuole in cui la maggioranza degli alunni è di origine straniera.

A 14 anni, corrispondenti alla frequenza della prima classe di Secondaria di II grado, la percentuale degli studenti di origine migratoria con percorso di studio regolare si ferma al 65,4% mentre il 31,9% frequenta ancora una classe di Secondaria di I grado; il 26,7% è in ritardo di un anno, il 4,6% di due e lo 0,6% di tre anni. All’età di 18 anni la percentuale di studenti regolari scende al 42,5% contro il 57,5% in ritardo. Il ritardo scolastico colpisce gli studenti più delle studentesse. I dati mostrano che il percorso scolastico delle studentesse è relativamente più regolare rispetto a quello dei ragazzi: a 18 anni i maschi in ritardo sono il 60,8% e le studentesse il 53,9%. I dati di trend prospettano indiscutibili miglioramenti rispetto al passato. Nell’anno scolastico 2012/2013 gli studenti di origine migratoria in ritardo erano il 20,7% all’età di 10 anni, il 55,7% all’età di 14 anni e il 76,2% a 18 anni. Nell’ambito della tendenza positiva, i dati confermano che il primo biennio di Secondaria di II grado è cruciale nel causare un ritardo scolastico. Nell’anno scolastico 2020/2021 gli studenti italiani in ritardo sono il 7,5% contro il 26,9% degli studenti con cittadinanza non italiana.

In Italia l’abbandono scolastico degli studenti stranieri è il più elevato a livello europeo. Nel 2020 l’indicatore ELET riferito agli studenti stranieri nel nostro Paese è pari al 35,4% a fronte di una media nazionale del 13,1% ed il più alto in Europa (in Francia ad esempio si ferma al 15,8% e in Germania al 27,8%). L’indicatore Early Leaving from Education and Training (ELET) è l’indicatore che prende a riferimento la quota di giovani tra i 18 e i 24 anni con titolo di studio non più alto dell’istruzione Secondaria inferiore e non inseriti in programmi di istruzione o di formazione professionale nel periodo di riferimento dell’indagine. In allegato il report annuale del Ministero dell'Istruzione.

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