Mondo
Aayatollah Jannati: Usa riempiono cimiteri con loro democrazia
L'ayatollah iraniano Ahmad Jannati - uno leader dei falchi iraniani - ha tuonato oggi, durante la preghiera del venerdì contro l'operazione americana a Najaf
di Paolo Manzo
”Gli Stati Uniti non hanno fatto altro che riempire i cimiteri con la loro cosiddetta democrazia ed approntato una festa per i sionisti”: cosi’ l’ayatollah iraniano Ahmad Jannati, che e’ a capo del Consiglio dei Guardiani, ha tuonato oggi durante la preghiera del venerdi’ contro l’operazione americana a Najaf. Un’offensiva che ha il vero scopo – ha detto ancora da Teheran l’ayatollah – di colpire l’Islam in Iraq, proprio come aveva fatto in passato Saddam Hussein. Dopo aver colpito gli sciiti – ha continuato Jannati considerato uno leader dei falchi iraniani – gli americani passeranno ad attaccare i sunniti. Per questo ”la resistenza delle forze islamiche a Najaf contro i lupi americani assetati di sangue deve essere lodata per il bene di tutto i musulmani”. L’ayatollah ha duramente condannato poi l’Organizzazione della conferenza islamica (Oic) per essere rimasta in silenzio e non aver condannato l’azione a Najaf.
Il leader religioso iraniano ha attaccato poi il governo iracheno per aver dato luce verde agli americani ed ha accusato il governatore di Najaf, citta’ santa sciita, di aver ”tradito la propria popolazione”. Ed ha ancora una volta smentito le accuse irachene secondo le quali l’Iran sta interferendo con gli affari interni del paese vicino – con cui e’ stato in guerra tra il 1980 ed il 1988 – sostenendo e fornendo armi ai miliziani sciiti nel sud del paese. ”Molte armi iraniane e persino mezzi corazzati sono stati confiscati durante la guerra, cosi’ come noi ora siamo in possesso di armi irachene conquistate allora – ha spiegato per giustificare la presenza in Iraq di armi iraniane – ma ora vengono fuori con queste accuse che noi abbiamo fornito armi, ed e’ effettivamente ridicolo”. Al termine della preghiera del venerdi’, in Iran si sono svolte diverse manifestazioni di protesta, organizzate dal governo, contro l’azione nella citta’ santa di Najaf.
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