Chi sosteneva che il “No” al Referendum costituzionale non avrebbe cambiato nulla, semplicemente le cose sarebbero rimaste come erano, in effetti, aveva ragione. Chiunque abbia seguito anche distrattamente le immagini o le dichiarazioni della seconda giornata di consultazioni del Quirinale avrà avuto la sensazione di un bel salto indietro, di qualche anno se non di qualche decennio. Riecco i vecchi riti della politica e dei Palazzi romani, riecco i vecchi politici, le micro formazioni che affollano un Parlamento che dopo lo stress renziano degli ultimi due anni e mezzo, ritrova tutti i suoi vecchi appetiti e le antiche fiere delle vanità. Oggi era il giorno del “A volte ritornano”, con ben 17 delegazioni di partiti dello 0 virgola a rappresentare la grande famiglia dei Gruppi misti di Camera e Senato (che raccolgono i vari Tarzan della legislatura, quelli che passano da un gruppo all’altro senza vergogna). Una processione di sigle disparate con un mix di volti che non avremmo più voluto vedere e di sconosciuti. Con gli annessi dei commessi più pagati al mondo e dei corazzieri della Repubblica. Le dichiarazioni, solennemente rilasciate al termine dei brevi colloqui con Sergio Mattarella, vanno dal tedesco di Karl Zeller al borgataro della Meloni.
Ecco Renata Bueno, la prima deputata brasiliana eletta nel Parlamento italiano, a capo di Usei (Unione sudamericana emigrati), formazione che annovera anche altre personalità come la pasionaria del Family day Eugenia Roccella, che fa parte di Idea che a sua volta fa parte del gruppo Gal (Grandi autonomie e libertà) al Senato guidato da Carlo Giovanardi e Gaetano Quagliariello e alleato con Usei. Riecco Pippo Civati di Alternativa libera-Possibile, con lui l’ex grillino Massimo Artini.
C’è Francesco Campanella (Si-Sel), Maurizio Romani (Misto-Idv) e Maria Mussini, riecco anche Rocco Buttiglione, deputato della componente Udc del gruppo Misto. Ci sono i Civici e innovatori (che ha accolto superstiti montiani di Scelta civica che si sono opposti alla fusione con Ala di Verdini). Ci sono quelli di Fare! guidati dall'ex leghista Flavio Tosi, che ha inglobato il moribondo Partito repubblicano italiano di Matteo Bragantini, e quelli di Democrazia solidale-Centro democratico di Bruno Tabacci e il Movimento partito pensiero e azione (Ppa Moderati), guidato dallo sconosciuto Antonio Piarulli.
Karl Zeller, della Südtiroler Volkspartei (SVp) esce da Mattarella e fa la dichiarazione in tedesco manco fosse uscito da un colloquio con Agela Merkel! Dal tedesco si passa poi al francese della Minoranza linguistica della Val d'Aosta, divisi in varie sigle e guidati dal deputato Rudi Marguerettaz e il senatore Albert Laniece. Infine, ad accompagnare Giorgia Meloni, capodelegazione di Fratelli d'Italia, ecco il guardiaspalle Ignazio La Russa. E domani totta a lui: “Cucù, son tornato”.
Voglia di proporzionale che garantisca un posticino e un super stipendio a tutti.
Auguri a tutti.
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