Volontariato

A Verona il CSV organizza il B-Day

Una giornata di lavori per scoprire le nuove modalità di rendicontazione delle organizzazioni di volontariato

di Redazione

Anche il CSV, Centro Servizio per il Volontariato, di Verona ha organizzato il suo B-Day. Ma questa volta la politica ovviamente non c’entra niente, se non quella della solidarietà, della trasparenza e della rendicontazione sociale delle raccolte fondi e delle attività delle associazioni, che da sempre ispira il CSV.

La giornata di lavori si è svolta oggi, da mattino e fino a sera, negli spazi dell’ex Caserma Santa Marta nella sede del CSV. Tra i relatori Elena d’Alessandro e Lucio Garonzi del CSV e Fabio Fornasini dello studio Sisociale. Presente la dottoressa Stefania Strano funzionario della Regione Veneto.

Oltre alle nuove linee guida per i bilanci stilate dalla Regione, che sono state emanate nello scorso dicembre e a cui tutte le organizzazioni di volontariato iscritte al Registro devono adeguarsi, le onlus veronesi hanno anche un’opportunità di trasparenza in più. Un’iniziativa nuova ed unica nel suo genere che ha l’obiettivo di comunicare sia ai volontari delle associazioni che, soprattutto, ai cittadini, il lavoro svolto e la sua organizzazione interna, l’efficienza e l’efficacia delle attività quotidiane e particolari, scoprire le peculiarità su cui far leva e i punti deboli da rafforzare.

 Si tratta di indicatori specifici per ciascun gruppo di associazioni. “L’Agenzia delle onlus ha redatto a livello nazionale una linea guida per i bilanci. È però un manuale che conta circa 250 pagine, in cui le piccole realtà locali rischiano di perdersi. Da qui l’idea di identificare delle griglie già predefinite con alcuni indicatori generali e poi delle altre più specifiche per i vari ambiti in cui operano le singole associazioni. All’interno di questi parametri, ciascuna Odv andrà ad inserire i propri riferimenti. E alla fine, il bilancio sarà completo e dettagliato: perfettamente in grado di rispecchiare la realtà di quella associazione”, spiega Elisabetta Bonagiunti presidente del CSV.

 Tra gli indicatori generali ci sono dieci voci comuni a ciascun ente che si occupa di volontariato e quindi prendono in considerazione; il numero di volontari, l’età e le ore che ciascuno dedica all’associazione; il turn-over, il grado di autonomia economica, l’effettuazione di raccolte fondi e l’incidenza sui costi del volontariato. Entrando nello specifico, invece, queste griglie si dividono sostanzialmente in una decina di sottoinsiemi che raggruppano i diversi ambiti del volontariato: sanitario, educativo-minori, ospedaliero, protezione civile, anziani, ambientale, disabili, primo soccorso e dell’assistenza. Sotto ciascuna voce, parametri calibrati sulle attività svolte: “ad esempio per il settore sanitario un parametro per valutare l’efficacia e l’efficienza della associazione di donatori di sangue sarà calcolare il numero di sacche medie per donatore all’anno”, spiega Lucio Garonzi direttore del CSV.

 “Abbiamo adottato il modello di bilancio unico, a livello regionale, per tutte le associazioni perché questo ci permette di avere una fotografia precisa delle onlus del territorio e anche per sapere come e a quali realtà che ne fanno richiesta destinare i contributi. Ed è particolarmente positivo che anche il CSV abbia deciso di attuare lo stesso iter per i proprio finanziamenti. La politica è quella della trasparenza”, commenta Strano


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