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A vent’anni dalla 180, manicomi ancora dietro l’angolo?

Si trova in discussione alla Commissione Affari Sociali un provvedimento per rintrodurre strutture residenziali per malati psichici

di Benedetta Verrini

Si trova in discussione alla commissione Affari sociali della Camera, ed è già oggetto di roventi polemiche: è il ddl C. 152, dedicato alla ?Prevenzione e cura delle malattie mentali?, presentato da Maria Burani Procaccini (FI) e Alessandro Cè (Lega). Il provvedimento mira a riformare la legge 180 (che 22 anni fa mise la parola fine ai manicomi in Italia) reintroducendo strutture residenziali per accogliere i malati mentali più gravi e il trattamento sanitario obbligatorio su richiesta di ?chiunque ne abbia interesse?, convalidato da uno psichiatra. «Questo ddl valorizza un concetto di psichiatria ormai superato» dice Massimo Cozza, coordinatore della Consulta per la salute mentale. «Mette al centro il medico, il farmaco e il ricovero, considerando il malato di mente solo come un insieme di sintomi che deve essere allontanato dalla società. In questo settore non serve cambiare la legge, che con il Progetto obiettivo è ormai più che adeguata, ma in un maggiore sostegno economico e politico». Cozza precisa che mancano oltre 7mila operatori e un?assistenza domiciliare adeguata, aspetti che aumentano il disagio delle famiglie, «ma tutto questo non si risolve con il ritorno ai manicomi». «Infatti», replica la Procaccini, «ma troviamo risposte».

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