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A tutto campo e lontano dai riflettori

Dal Modavi a Fare verde, da Azione sociale all’Endas: ecco la base non profit del nuovo sindaco. «Non parliamo di sicurezza, ma di disagio sociale», spiega Luca Panariello.

di Gabriella Meroni

Una piccola storia, si dirà. Vero, anche se di piccolo, nelle amministrative romane, c?è stato davvero poco. Non il divario che ha separato i due contendenti (7 punti), non lo spazio loro riservato nei media nazionali (quasi monopolizzati per giorni), e neppure lo stupore di tanti per la vittoria dell?ex camerata Alemanno, l?«uomo nero» con la croce celtica, il genero di Rauti, «l?interprete di un?Italia subumana», come l?ha leggiadramente definito il manifesto all?indomani della vittoria.

Eppure, scavando nel consenso attribuito dai romani al colonnello di An si scopre un insospettabile zoccolo duro sociale, un tessuto associazionistico che in questi anni ha guardato ed è cresciuto nel centrodestra e ha avuto come silenzioso portabandiera proprio lui, il poco telegenico Gianni Alemanno.

È dal sito del neosindaco che si accede alla homepage di Azione sociale, un coordinamento di circa cento associazioni sparse in tutto il Lazio. Dichiaratamente di destra, concepisce il volontariato come «militanza» ed è nata per raccogliere le realtà non profit «che non trovano rappresentanza e non s?identificano nelle ?grandi centrali del volontariato?». Azione sociale, come rivendica il presidente, Luca Panariello, «ha dato un aiuto chiaro ad Alemanno», e ora si aspetta «che il sindaco permetta all?associazionismo ?altro? di crescere». Laddove per ?associazionismo altro? intende «quello che opera sul territorio senza riflettori, che fa un lavoro importante senza appoggi, a differenza delle varie Caritas ed Emergency». Aderisce ad Azione sociale, tanto per fare un nome, la ong romana Apurimac, nata per sostenere le missioni agostiniane nel mondo, che ha raccolto con il 5 per mille 2006 oltre 53mila euro da 1.800 sostenitori, oppure l?associazione di ?volontariato femminile? Ganesa, che organizza corsi di teatro e iniziative formative e culturali per ragazzi.

Non certo militanti, ma con le radici culturalmente a destra sono anche organizzazioni storiche come il Modavi, attiva nei settori della cooperazione internazionale, della protezione civile e della solidarietà, che fa parte del Forum del terzo settore; una delle sigle più note è Fare verde, associazione ambientalista fondata nel 1986 dallo stesso Alemanno con Paolo Colli contro l?ipotesi di introdurre il nucleare in Italia; oggi presente in 15 regioni, è particolarmente attiva nella promozione della raccolta differenziata dei rifiuti e nella sensibilizzazione sul risparmio energetico. Da citare anche Telefono Blu, associazione per la difesa dei consumatori, e l?Endas – Ente nazionale democratico di azione sociale, attivo nel settore dello sport dilettantistico, che conta 2.800 circoli e 350mila aderenti.

Nella capitale l?impegno di Alemanno a favore del non profit era noto, anche se non sempre arrivava sui giornali, così come i suoi buoni rapporti con il sindaco uscente Walter Veltroni. Fu proprio il Comune guidato da Veltroni a dar vita, su proposta di Alemanno, alla prima Notte bianca per il sociale: il 29 giugno 2007 oltre 200 associazioni scesero in piazza dal tramonto all?alba per far conoscere le loro attività. Del resto, basta dare un?occhiata agli appuntamenti della campagna elettorale del nuovo sindaco per capire quanto avesse puntato sul dialogo diretto con la società civile.

E il tanto sbandierato tema della sicurezza che avrebbe fatto vincere il candidato della destra? «Macché sicurezza, qui la parola vincente è stata disagio sociale», giura Luca Panariello, che identifica nel malessere di anziani e poveri il traino che ha spostato migliaia di voti a destra. Troppo di parte? Di certo c?è che il Pdl ha candidato come capolista uno dei fondatori dell?Anlaids, il professor Fernando Aiuti, e che potrebbe annoverare tra gli assessori al Campidoglio l?ex ministro Antonio Guidi e la presidente delle donne marocchine in Italia, Souad Sbai. Almeno, queste sono le premesse. Per i bilanci definitivi toccherà aspettare cinque anni.


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