Non profit

A tu per tu con Eugenia Roccella

Molto affollata e qualificata la riunione del Comitato Editoriale di Vita

di Maurizio Regosa

Si è appena concluso il Comitato Editoriale di Vita, che ha incontrato l?onorevole <b>Eugenia Roccella</b>, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Un primo appuntamento per uno scambio di vedute sulle principali problematiche vissute dagli enti del Terzo settore nello svolgimento della loro attività. Dopo una presentazione del direttore editoriale <b>Riccardo Bonacina </b>e di <b>Giuseppe Frangi</b>, responsabile del settimanale, numerosi gli interventi. Da parte ella redazione del settimanale, si sono sottolineate le disavventure del 5 per mille, si è presentata l?ampia problematica della non autosufficienza e la mancata riforma del Codice civile. È stato quindi il turno dei numerosi presidenti delle associazioni. Ha rotto il ghiaccio <b>Claudia Fiaschi</b>, neopresidente del gruppo cooperativo Cgm, che ha insitito sulla necessità di accompagnare lo sviluppo (non in termini assistenzialistici) della cooperazione sociale come motore di welfare comunitario. Quindi è stata la volta di <b>Marco Granelli</b>, presidente del Csvnet, che si è concentrato sull?importanza del volontariato, del suo impegno gratuito e sul sostegno che ad esso danno i Centri del volontariato. Uscendo dai confini nazionali, <b>Giangi Milesi</b> del Cesvi ha invece ricordato quanto le ong italiane siano sottodimensionate (rispetto alla media Ocse) e quanto sia necessaria una iniezione di sussidiarietà anche su questo terreno. «L?auspicio», ha proseguito Granelli, «è che il governo continui a ridurre il debito e sappia usare la leva fiscale come motore di sviluppo per il Terzo settore in generale». È stata poi la volta di alcune questioni ?spicciole? che tanto ?spicciole? poi non sono. Ad esempio è stato chiesto alla sottosegretario di adoperarsi perché lo Stato non debba versare il trattamento economico dei ragazzi in servizio civile. Questo riduce i fondi già non ricchissimi e riduce il numero di ragazzi che possono accedere a questa possibilità. Una questione che era già stata affrontata dal settimanale ma che è sempre bene ricordare, visto che non è che nel frattempo l?Agenzia delle entrate abbia modificato il suo orientamento…. Così come le è stato chiesto di intervenire perché le associazioni non debbano pagare l?Iva al 20% sulle donazioni. Un assurdo tutto italiano. E ancora ? per voce dell?associazione Enzo B., di Unicef, di Abio, di Aibi – la necessità di politiche integrate sulle adozioni, il ritardo del Paese nel Piano nazionale per l?infanzia e l?adolescenza (l?ultimo risale al 2004), la questione dell?affido, da affrontare molto rapidamente, prima che è già molto lungo elenco di minori fuori dalla famiglia. È quindi intervenuto il sottosegretario che ha finalmente svelato quali sono le deleghe di sua competenza («Le ho sapute ieri», ha precisato). «Sono quelle in sostanza dell?ex ministro <b>Ferrero</b>: e cioè volontariato, inclusione sociale, associazionismo, politiche inclusive verso gli immigrati, minori. Cui si aggiungono i temi di bio-politica» (ovvero quelli eticamente sensibili). «Quanto alle mie competenze» ha aggiunto spiritosamente la <b>Roccella</b>, «ve lo dico come <b>Marianna Madia </b>[giovane deputata Pd che così aveva esordito nella conferenza stampa in cui Veltroni la presentò], non ne ho nessuna. Vengo però da una storia di militanza fuori dalle istituzioni e questo credo mi metta in sintonia con le vostre esperienze». La <b>Roccella</b> naturalmente non ha anticipato le iniziative che intende prendere prioritariamente, ma ? dopo aver constatato quanto sia ?burocratico? il Ministero ? ha elencato una serie di temi che le stanno a cuore. Dalla conciliazione vita familiare e lavoro, alla condizione della donna, alla tutela della famiglia, alla crisi demografica. Sottosegretario, e i fondi? Beh quella è stata la nota dolente, ma ampiamente prevista. «Occorre partire da un dato di fatto: che non ci sono fondi. È quindi necessario», ha spiegato la <b>Roccella</b>, «uno sforzo di fantasia, che paradossalmente ci può anche aiutare nel ridisegnare il welfare, in modo non assistenziale. Per esempio riproponendo il 5 per mille. Nel complesso ho l?impressione che sia necessario fare un?operazione ponte fra un?elaborazione che c?è e una politica che manca, così come fra una realtà composita come il terzo settore, e la rappresentanza politica. Questo mondo non ha un interlocutore forte, in questo momento. E mi pare lo chieda. Spero di essere almeno un pezzo di questa interlocuzione».


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