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A Trieste si darà forma alla parola del futuro

Il 21 e il 22 febbraio si terrà nel capoluogo giuliano il Festival della comunicazione non ostile, organizzato da Parole O_Stili. In questa edizione si guarderà al domani, attraverso lo sguardo dei più giovani

di Veronica Rossi

“Le parole danno forma al futuro”. Sarà questo il titolo della settima edizione del Festival della Comunicazione non ostile, che si terrà a Trieste venerdì 21 e domenica 22 febbraio. L’evento è organizzato annualmente da Parole O_Stili, progetto di sensibilizzazione che da anni si occupa di contrastare il fenomeno della violenza delle parole, attraverso un manifesto che racchiude i dieci punti della comunicazione in rete.

Novità per il 2025 è il primo Manifesto della comunicazione non ostile e dell’intelligenza artificiale. Il Festival ha uno sguardo rivolto verso gli anni a venire: per questo i protagonisti saranno i più giovani. La Generazione Z, insieme agli altri partecipanti, sarà chiamata a definire una “parola del futuro” che riesca a rappresentare i valori di inclusività, rispetto, diversità, attraverso 30 tavoli di lavoro intergenerazionali che si terranno venerdì mattina. Nel pomeriggio dello stesso giorno, momenti di dialogo per le aziende e per i giornalisti. Sabato si terrà invece la plenaria, con ospiti ed esperti che si alterneranno sul palco. Si rifletterà su tanti temi, dalla salute mentale al giornalismo, passando per il dialogo tra generazioni, il linguaggio adeguato per parlare di obesità, algoritmi e musica, social media.

Si parlerà anche di Dubby, il progetto sviluppato da Parole O-Stili per Sky, un vocabolario di termini inclusivi. Tra i tanti relatori di quest’anno gli Zero Assoluto, Cathy La Torre, Mariangela Pira, Licia Fertz, Vera Gheno. «Disegnare il futuro a partire dalla comunicazione e da un uso consapevole delle parole», spiega Rosy Russo, fondatrice di Parole O_Stili, «è da sempre un obiettivo del nostro progetto. Farlo con lo sguardo dei più giovani – e soprattutto insieme a loro – è la sfida. Per questo il festival sarà innanzitutto un grande momento di ascolto tra i rumori delle generazioni: incontri e scontri, sogni e paure, presenze e assenze. Proveremo a riconoscerci, sintonizzarci, trovare spazi di incontro, dentro e fuori la rete. Perché il futuro ha bisogno di dialogo e il dialogo ha bisogno delle giuste parole, di quelle “ parole (che) danno forma al futuro”. Sarà bello farlo ancora una volta insieme».

In copertina, una foto dell’edizione dello scorso anno del Festival, fornita dall’ufficio stampa

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