Famiglia

A Trento arrivano i primi tutori di minori stranieri

Sono 14 e si occuperanno della rappresentanza degli interessi dei minori stranieri non accompagnati

di Redazione

Sono 14 i ”tutori di minori stranieri” che hanno superato i corsi di formazione per cittadini volontari adulti promossi dalla cooperativa di solidarieta’ sociale ”Villa S.Ignazio” di Trento per far fronte alla difficile situazione dei minori stranieri non accompagnati, che necessitano di un sostegno giuridico e assistenziale. Il tutore volontario non è una figura di tipo educativo, ma rappresentativa degli interessi del minore. Il tutore non si occupa quindi delle attività quotidiane del minore – accoglienza e bisogni primari, che spettano invece alla comunità dove · accolto – ma di garantire e vigilare affinché i suoi diritti siano rispettati e soprattutto che si completi un reale percorso di integrazione in Italia. Prima del genere in Italia, l’ iniziativa era rivolta ad adulti sia italiani che stranieri, e si proponeva di formare volontari in grado di tutelare e garantire i diritti dei minori stranieri in custodia fino alla decisione relativa alla possibilita’ di rimanere sul territorio italiano o di essere rimpatriati. Il progetto ha visto l’ appoggio dalle associazioni Atas (Associazione Trentina Accoglienza Stranieri) e Club Noi, e dalle cooperative sociali ”Progetto 92” e ”Villaggio del fanciullo Sos”, in collaborazione con il Procuratore della Repubblica per i minorenni di Trento, Gian Cristoforo Turri, e del Giudice Tutelare del Tribunale per i Minorenni di Trento, Michele Maria Benini. Il corso · durato alcuni mesi, con insegnamenti incentrati sull’ area psicopedagogica, sociale e giuridica e completati da momenti di confronto e scambio tra i membri del gruppo. Al termine del corso sono previsti incontri periodici di confronto, sostegno e verifica tra i tutori. Alla sua presentazione, avvenuta nel luglio 2003, era stato salutato con favore anche dall’ Imam della comunita’ islamica trentina, Aboulkheir Breigheche, che lo aveva definito un ”piccolo laboratorio di interculturalità’ tra bambini e tutori sia italiani che stranieri. Nelle speranze dei soggetti coinvolti, questa iniziativa potrebbe organizzarsi in seguito in una vera e propria associazione, magari con il trasferimento di questo modello anche ad anziani e handicappati che necessitano di una tutela.


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