Volontariato

A trent’anni dalla legge il volontariato deve tornare protagonista

A Padova una due giorni dedicati al volontariato. Presentata la campagna per il suo riconoscimento come Patrimonio immateriale dell'Umanità con uno dei più grandi creativi italiani, Paolo Iabichino. Giuliano Amato, vicepresidente della Corte Costituzionale ha spiegato come “il volontariato è una pratica irrinunciabile perché la vita democratica sia tale al di qua e al di là delle elezioni”. Poi, da Alecci e Bonacina, una proposta a Draghi, “il 2022 venga proclamato Anno del volontariato”.

di Redazione

Il Volontariato come patrimonio mondiale dell’umanità è un percorso che va sostenuto con forza e dai valori universali. Per questo Padova, città che è stata lo scorso anno Capitale Europea del Volontariato e da cui è nata l’idea di candidare universalmente il volontariato come bene immateriale Unesco, ha organizzato nelle giornate 1 e 2 ottobre presso il Palazzo della Ragione il convegno nazionale “Patrimonio Volontariato”.

L’evento – organizzato in collaborazione con Solidaria, Vita, CSV Padova e Rovigo – ha raccontato nella prima giornata di lavori il lungo processo di riconoscimento del volontariato italiano: dalla legge 266/91, alla Carta dei valori del volontariato fino alla carta dell’azione volontaria.

Trent’anni dopo si è ricordato un aneddoto raccontato da Rosa Russo Iervolino, che quell’agosto 1991 era Ministro degli Affari sociali riandando all’emozione di quell’approvazione all’unanimità in Parlamento della Legge 266 con applauso dei deputati alzatisi tutti in piedi, ricordava che Giovanni Goria, che era presidente del Consiglio, vide che la mia relazione era intitolata “Volontariato e sviluppo”. Prese una matita blu e mise una accento sulla “e”: “Volontariato è sviluppo”, mi disse. Aveva ragione davvero».

Il secondo giorno è stato dedicato alla campagna per il riconoscimento del volontariato come Patrimonio immateriale dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco.

Nella sua lezione introduttiiva, il vicepresidente della Corte Costituzionale, il professor Giuliano Amato, ha evidenziato come «a dell’individualizzazione delle nostre vite indotta dall’urbanesimo, dal consumismo, dalla crescita del lavoro post-taylorista che ha minato la consistenza dei tradizionali luoghi di aggregazione, ci sia oggi un’eccezione. C’è un'unica eccezione a tutto questo, cresciuta quasi da sola, grazie alle persone che si sono rifiutate di vivere solo per sé che hanno rifiutato l’idea che il mio appagamento sta solo nel fruire i beni di consumo. Si sono occupati del prossimo, si sono occupati del benessere della comunità in cui vivevano, hanno raccolto quella che era una delle massime di John Stuart Mill “Nessuno può essere felice se gli altri sono infelici”. Chi si è dedicato al volontariato ha pensato e vissuto con questa convinzione. Così è nata una autentica rete tra beneficiari della azione del volontariato e i volontari. Una rete che è alimento prezioso della democrazia. Oggi il nutrimento principale per una democrazia in cui gli interessi individuali diventano interessi collettivi può trovare qui una pratica che ridia qualità alle nostre democrazie. Per questo il volontariato è una pratica irrinunciabile perché la vita democratica sia tale al di qua e al di là delle elezioni”

Nella mattinata è stata anche presentata la Campagna internazionale di promozione della Candidatura del Volontariato a Bene Immateriale UNESCO curata da Paolo Iabichino, creativo e fondatore dell’Osservatorio Civic Brands con Ipsos Italia. Il claim scelto per la campagna è: Youmanity. Perché? Con YOUMANITY è il volontario che diventa patrimonio dell’umanità.

Come illustrato da Paolo Iabichino “si sposta il focus dal volontariato e dalle associazioni che aderiscono alla campagna, per raccontare storie di persone. Saranno loro i protagonisti della piattaforma digitale che introdurrà la campagna”.

E ancora: È la dialettica dell’individuale che incontra il collettivo. “Un neologismo immediato, diretto e comprensibile che ha il vantaggio di essere in un inglese facile da recepire dato che la campagna sarà prevalentemente in questa lingua. Sarà strutturata una piattaforma digitale in italiano e in inglese che consenta alle persone di aderire alla campagna e sottoscrivere l’appello affinché il volontariato venga riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità. Questa adesione si paleserà con un pin che si illumina su una mappa” , ricorda ancora Iabichino.

“Il volontariato, ogni giorno di più, afferma la sua centralità nella vita democratica del Paese. Questa mattina lo abbiamo compreso dalle parole del Vicepresidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato e lo abbiamo affermato nella giornata di ieri che ha permesso di illustrare la strada lunga che il volontariato ha compiuto nel ventesimo e ventunesimo secolo in Italia. Ma non basta”, dichiara Emanuele Alecci Presidente di Padova Capitale Europea del Volontariato e del Comitato Promotore per il riconoscimento del Volontariato a Bene Immateriale UNESCO che con Riccardo Bonacina, presidente onorario di Vita lanciano una proposta: “È giunto però il momento che il volontariato non venga vissuto solo come la buona riserva della Repubblica quando lo Stato non è in grado di portare a termine i suoi compiti. E’ necessario che si diffonda sempre più, all’interno delle Istituzioni, quella consapevolezza rispetto alla preziosità e unicità del volontariato ben chiara al Presidente Mattarella. Per questo, a conclusione di questa due giorni, chiediamo che il Governo dichiari il prossimo anno, 2022, “anno del volontariato”. Lo chiediamo perché sono passati più di vent’anni da quando è stato celebrato questo anno ed è importante riavviare quel cammino di sensibilizzazione e consapevolezza della società italiana rispetto a un tema cosi nevralgico legato alla convivenza sociale”.

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