Formazione

A Torino un trofeo di tennis da grande slam. Doppio misto a otto ruote

Atleti disabili di tutto il mondo si sfidano ad altissimi livelli. Anche con i normodotati. Il segreto? Grinta e carrozzine che “volteggiano”.

di Carmen Morrone

Un veloce andare e venire al secco suono del poc-poc della pallina, nel silenzio del campo di terra rossa. È una partita di tennis in carrozzina, dove gli atleti non hanno l?uso degli arti inferiori.
A Torino dal 3 al 6 giugno si svolge il Trofeo della Mole, organizzato dalla Federazione italiana sport disabili, Associazione sportiva Confindustria, Pentasport e Sportdipiù. Grandi nomi allo Sporting del Circolo della stampa: il tedesco Kay Schrameyer (n. 5 del mondo) e l?italiano Mario Gatelli, olimpionici di Atene 2004. Per muoversi velocemente, le carrozzine sono ?scampanate?, cioè con le ruote divaricate verso il basso per assicurare stabilità anche al volteggio più ardito. A seconda della disabilità l?atleta è seduto oppure diventa tutt?uno con il mezzo grazie a fasce elastiche.
Questi aggeggi, che nascono dall?abilità di capaci artigiani, costano 3mila euro. Una barriera in più? “Sono fatti a mano, su misura, e le scuole di tennis cercano di prestarli a tutti i corsisti. Poi ci sono enti e istituzioni che contribuiscono all?acquisto e per gli atleti più bravi intervengono gli sponsor”, spiega Gianluca Vignali, allenatore della nazionale, dal 1996 istruttore per disabili. “In questo sport non ci si sente ghettizzati, normodotati e non giocano nello stesso campo e fanno partite miste”. A parte il fatto che l?atleta è seduto e che le azioni si concentrano a fondo campo, nel tennis in carrozzina le regole sono le stesse del tennis tradizionale con l?eccezione del doppio rimbalzo della pallina, che però i grandi evitano rigorosamente. “Hanno performance pari alle teste di serie, entrano per fare punto e arrivano a servire a 140 km l?ora”, precisa Vignali.
L?evento di Torino rappresenta una tappa per tutti i tennisti di altissimo livello, “a dimostrazione che quando passione e competenza vanno a braccetto nessuno obiettivo è precluso”, afferma Luca Pancalli, presidente di Fisd. Gli fa eco Tiziana Nasi, presidente Fisd Piemonte che invita gli atleti “a suonare la carica, perché infranta la diffidenza verso questo sport è arrivato il momento di presentarsi con prestazioni capaci di tenere il fiato sospeso”.

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