Cinema

A Torino la cooperazione allo sviluppo protagonista di un documentario

Presentata al Film Festival la pellicola di Cristian Afker e Andrea Vernoli che racconta storie di trasformazione in tre comunità kenyote. Dietro alle iniziative che migliorano la coltivazione, il parto e la gestione dei rifiuti tre enti italiani (World Friends, Celim, Liveinslums) con il sostegno del programma Innovazione per lo sviluppo, promosso da Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo

di Fabrizio Floris

Mabadiliko, cambiamento in swahili, è anche il titolo di un documentario di Cristian Afker e Andrea Vernoli presentato al Torino Film Festival che racconta storie di trasformazione nella vita di tre comunità del Kenya. 

I progetti

Nella contea di Laikipia un gruppo di donne masai ha avviato delle serre per sopperire alla carenza alimentare e far fronte alle difficoltà dovute alla crescente mancanza di acqua. Non si tratta di una semplice coltivazione di ortaggi, ma di un sistema innovativo che consente di monitorare attraverso sensori presenti sia nel terreno che nei sistemi di irrigazione di monitorare ogni processo e adattare la quantità di acqua e di fertilizzanti alle reali necessità di crescita delle piante. Il monitoraggio consente di ottimizzare i processi, capire quali sono le fonti di spreco e intervenire.

Le donne sono felici perché così “i figli non vanno a dormire con lo stomaco vuoto”, ma anche perché sono più riconosciute nella comunità e più indipendenti dai mariti perché anche loro contribuiscono all’economia della famiglia. Le riprese dall’alto mettono in evidenza lo sforzo di strappare ad una terra semi arida risorse preziose per il nutrimento.

La rivoluzione in un’ecografia

Sempre in territorio masai le riprese si soffermano sull’assistenza puntuale fornita alle donne in gravidanza da un sistema di ecografie mobili che garantiscono una gravidanza assistita ed ecografie prenatali accessibili. Si tratta di ecografi portatili collegati wireless con tablet o smartphone e utilizzabili in qualsiasi caso anche in assenza di segnale, è così possibile individuare per tempo le condizioni che mettono a rischio la sopravvivenza di mamme e bambini.

Foto di Stefano Stranges

Le donne non devono più percorrere chilometri per raggiungere l’ospedale o la clinica. Le riprese mettono in evidenza bene la “formazione” delle donne, le spiegazioni, le rassicurazioni che vengono fatte, il percorso di inculturazione e la costruzione della fiducia che consente alle donne di sottoporsi con serenità all’ecografia.

Last but not least il documentario si sofferma su Mathare Valley, una delle 200 baraccopoli che cingono d’assedio Nairobi. Qui un gruppo di giovani ricicla rifiuti garantendo così una pulizia dell’ambiente ed un guadagno a persone senza lavoro. «L’idea è nata dalla necessità di offrire soluzioni di gestione dei rifiuti ai residenti della mia zona, che non hanno accesso ai servizi pubblici di raccolta dei rifiuti offerti dal governo della contea» spiega un ragazzo.


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Tre progetti, tre enti e il cambiamento

Si vedono tanti problemi, ma anche la reazione, la possibilità di un cambiamento e in questo caso l’Italia fa la differenza: i tre progetti sono realizzati da tre enti italiani (World Friends, Celim, Liveinslums) con il sostegno del programma Innovazione per lo sviluppo, promosso da Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo parafrasando un proverbio africano “maarifa ni mbegu ya mabadiliko” potremmo dire che la cooperazione è il seme del cambiamento anche in Kenya.

In apertura foto di Stefano Stranges

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