Politica

A Torino, il Big social game. Arte come pane

Vengono da tutto il mondo e tutto il mondo parlerà di loro. Sono 300 artisti under 35 che, diretti da Pistoletto, "cambieranno con l’arte le regole della società"

di Carlotta Jesi

Trasformare Torino nella capitale – laboratorio dell?arte sociale. Non è uno slogan, ma l?obiettivo del Big Social Game: un gigantesco gioco, ambientato nella città piemontese dal 19 aprile al 19 maggio, cui partecipano 300 fra musicisti, registi, ballerini e pittori europei sotto i 35 anni chiamati a sperimentare la loro arte nei diversi campi del sociale. Sono i protagonisti di Big Torino 2002, la Biennale dell?Arte giovane che il direttore artistico Michelangelo Pistoletto ha proposto, appunto, come «il gioco di cambiare, attraverso l?arte, le regole della società». Un gioco che attraversa Torino tentando di ri-disegnarla alla luce delle sue caratteristiche umani, sociali e urbane. Rendendo letti le panchine degli homeless e stanze le scatole di cartone di chi non ha scelto di vivere ai margini della società. Combattendo l?insostenibile peso della società con una Terra-palla da lanciare per aria e l?inquinamento con polmoni verdi pensili da caricare sui tram. Soluzioni che solo l?arte giovane sa trovare. «Mettendosi in gioco e intervenendo negli ambienti del sociale senza perdere la sua radice e la sua autonomia», spiega il 68enne Pistoletto, da anni impegnato a testare la sostenibilità dell?arte nella Cittadella-Fondazione Pistoletto e nell?Università delle idee di Biella. Una provocazione? Uno stimolo? Giudicate voi. Dal Paese scelto come ospite d?onore della Biennale: Internet, la terra che oggi più di ogni altra è simbolo della democrazia e della partecipazione attiva. E dal suo logo: il contorno planimetrico di Torino che sembra la mappa di un ?non luogo? in cui ognuno è invitato a vedere ciò che vuole. Diverse le prospettive e le arti con cui viene affrontato questo gioco sociale. La danza, con performance incentrate su una critica radicale del divenire merce dei corpi. Il teatro, che sceglie di esplorare la condizione giovanile attraverso il carcere, la fabbrica e il mercato invece della discoteca. La gastronomia, che propone variazioni sul tema del pane come alimento simbolo dell?esistenza e del lavoro dell?uomo: bianco per i ricchi; nero e integrale per i poveri; antidoto per la fame nel Medioevo. Dieci giovani chef daranno le loro interpretazioni sul tema del ?companaticum? fra vecchio e nuovo millennio e fra Nord e Sud del mondo. Invitando visitatori e cittadini a provare diversi tipi di ?pani randagi? attraverso i ?food mobiles?, unità mobili di distribuzione progettate dagli studenti del Politecnico. A unire queste sperimentazioni, il filo dell?impegno sociale e la scelta di un?arte che non ama riflettersi su sé ma piuttosto creare delle relazioni con l?altro e giocare con la vita. Info: Il programma completo della Biennale, e delle serate a essa legate anche fuori Torino, si trova su www.bigtorino.net email: bigtorino@bigtorino.net


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