Sostenibilità

A Terra Futura 92mila visitatori

Il bilancio di tre giorni di dibattito alla mostra convegno di Firenze sulla sostenibilità

di Redazione

Salvare il pianeta per vivere bene, trovando una nuova e più sostenibile connessione tra esseri umani, ambiente e risorse del pianeta. È questo l’imperativo emerso dall’evento conclusivo della settima edizione di Terra Futura, la mostra convegno delle buone pratiche di sostenibilità che si è chiusa ieri alla Fortezza da Basso di Firenze con 92.000 visitatori nei tre giorni.

A dieci anni dalla nascita del Forum sociale mondiale, sorto a Seattle nel 2001, e nel clima di attesa verso il prossimo vertice sui cambiamenti climatici di Cancùn si è tracciato un bilancio sull’azione di questi anni e guardato insieme al futuro rispetto alla capacità reale di incidere per il cambiamento.

«Il forum sociale mondiale rimane la più grande rete mai esistita di connessione tra gli attori della società civile», riferisce Raffaella Bolini, responsabile internazionale di Arci, secondo cui il Forum ha riportato importanti risultati anche in Italia dove, all’inizio «criticare un sistema che mercificava tutto e distruggeva persone, culture e biodiversità era difficile. Purtroppo però la storia ci ha dato ragione».

Secondo Moema Miranda, direttrice dell’Istituto brasiliano di analisi sociale ed economica e membro del Gruppofondatori brasiliani del FSM, «un grande successo è stata la creazione di un’agenda comune da parte di diversi soggetti di tutto il mondo. Da sempre ribadiamo che la storia è nelle nostre mani e che si può pensare a un altro futuro, da costruire attraverso una nuova, comune sensibilità».

Nonostante il ruolo di grillo parlante, anche il movimento sociale mondiale conta però dei fallimenti: lo fa presente Carlo Jaeger, economista del Postdam Institute for Climate impact resources, che sollecita un maggiore dibattito nel Forum. Ma i tempi sono stretti: «L’Europa è allo sfacelo per la crisi da una parte e l’incapacità di agire sul problema del clima dall’altra. Su questi fronti è urgente intervenire, promuovendo un dibattito aperto e onesto».

E sull’importanza di continuare a fare rete insiste Euclides Andrè Mance, ideatore di Solidarius, rete brasiliana di economia solidale: «È necessario sommare le lotte di tutti. Il FSM può forzare un cambiamento nella società, ma per farlo deve continuare nella costruzione di una collaborazione mondiale; non possiamo credere che singoli movimenti cambino il mondo: serve una lotta comune».

A partire da queste premesse è stata lanciata a Terra Futura la proposta di un tavolo nazionale di lavoro “Agricoltura biologica e cambiamenti climatici” che metta insieme operatori economici, tecnici e strutture di ricerca, e che sensibilizzi le istituzioni italiane e l’opinione pubblica, favorendo lo sviluppo di attività agricole idonee a mitigare i cambiamenti climatici.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA