Sostenibilità

A tavola il pesce sostenibile? Si può fare

di Redazione

Trasformare l’acquacoltura – l’allevamento di pesci e frutti di mare – e renderla sostenibile per l’ambiente e per l’uomo. È questo lo scopo della Aquaculture Stewardship Council (Asc), un sistema di certificazione creato dal WWF insieme all’organizzazione non profit olandese Idh (iniziativa olandese per il commercio sostenibile). «Siamo molto vicini al completare la fase di sviluppo», dice Philip Smith, direttore della Asc. A metà settembre è infatti stato siglato un accordo con la Accreditation Services International (Asi), l’ente che accredita i sistemi di certificazione sostenibile più riconosciuti al mondo, la quale lavorerà a stretto contatto con la Asc per creare delle linee guida per l’acquacoltura responsabile. Una volta creati, gli standard saranno implementati negli allevamenti, minimizzandone l’impatto ambientale, e garantendo l’uso sostenibile delle risorse. La Asc spera di essere operativa entro giugno 2011 quando concederà le prime certificazioni e lancerà il bollino per i consumatori.
www.ascworldwide.org
www.panda.org

Capitone bye bye
Nessun popolo al mondo ama l’anguilla quanto gli olandesi, che la mangiano gerookte (affumicata). Ma in amor, si sa, vince chi fugge. Proprio come le anguille europee che, grazie a una campagna del WWF, sono riuscite a fuggire dai frigoriferi dei supermercati olandesi. Due delle catene di supermercati più importanti del paese, Zeist e Aldi, hanno infatti messo al bando la vendita della Anguilla anguilla, specie europea definita “in pericolo critico” dalla Lista Rossa Iucn a causa della sovrappesca. Al suo posto si possono comprare anguille del Madagascar e salmoni sockeye, una soluzione temporanea mentre si cercano dei sostituti più sostenibili. WWF Olanda si è detto soddisfatto anche se afferma che l’unica soluzione duratura sarebbe proibirne la pesca, visto che sono previsti dai 60 ai 200 anni per un completo recupero della specie.
www.iucn.org
www.wnf.nl


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