Cultura

A tavola con l’etichetta «etica»

Cia e Vas lanciano la proposta per la sesta giornata «Mangiasano»

di Redazione

Scrivere a chiare lettere che cosa contiene e come viene realizzato un determinato prodotto alimentare, ad esempio una bottiglia di olio di oliva o un succo di frutta, evidenziando anche i costi di produzione, il luogo d’origine e se magari in quella zona ci sono fenomeni di lavoro nero o sfruttamento dei minori. È l’etichetta «eticamente corretta», una proposta lanciata oggi dall’organizzazione agricola Cia e dagli ambientalisti di Vas. in occasione della sesta giornata nazionale «Mangiasano» che si svolgerà domani in 50 piazze italiane. L’etichetta etica al suo nascere ha raccolto già le adesioni di decine di associazioni di consumatori, ambientalisti, artigiani, onlus di ogni tipo, di molte Regioni e si avvale del patrocinio della Presidenza della Repubblica, del Mipaaf, del contributo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, nella cui sede a Roma, si è svolta oggi la conferenza stampa di presentazione a cui hanno partecipato il presidente di Cia Giuseppe Politi, il presidente di Vas Guido Pollice, il vice presidente di Vas Simona Capogna e Vittorio Calaprice della Rappresentanza in Italia della Commissione Ue. Una iniziativa ambiziosa tanto che i promotori contano di replicarla anche in altri paesi europei.

L’etichetta «etica» viene particolarmente apprezzata in questo momento dalla Rappresentanza italiana della Commissione Ue in quanto è in fase di discussione la proposta della stessa Commissione al regolamento del parlamento europeo in materia di informazioni alimentari ai consumatori. Una proposta molto avanzata che a giugno andrà in seconda lettura e che mira all’obbligo di scrivere in etichetta l’identità dei prodotti, la loro composizione, le caratteristiche nutrizionali e la loro utilizzazione sicura (durata e rischi di conseguenze nocive sulla salute). «Gli Stati membri stanno tentando di trovare norme comuni individuando una mediazione tra le esigenze legate alla trasparenza da una parte e quelle della organizzazione del mercato comune» ha spiegato Calaprice. La sicurezza dei consumatori sta a cuore e a una sola voce i due presidenti delle associazioni Cia e Vas hanno detto che «i consumatori non devono essere presi in giro». Politi ha ricordato che in Italia è stata già approvata una legge bipartisan sull’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine «perché – ha affermato – non dobbiamo aspettare gli scandali, danni economici o alla salute per dare informazioni chiare sugli alimenti. Ci vogliono regole chiare» ha sottolineato. Indicazioni che invece stentano a essere trasparenti su un tema delicato come gli ogm. A evidenziarlo è stata Simona Capogna, visto che al di sotto della soglia dello 0,9% la Ue non impone l’obbligo di segnalazione e neanche nei mangimi per il bestiame sono presenti”. Per non parlare di cibi provenienti da animali clonati o da loro progenie “oggi a tre anni da quando l’80% dei cittadini europei si è espresso contro il loro consumo, si dice che invece devono arrivare sui nostri mercati e non devono essere indicati in etichetta» ha detto l’esponente di Vas commentando che per i consumatori la vita è un po’ difficile a causa di indicazioni addirittura ingannevoli».

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.