Mondo

A Shanghai nasce la prima università italo-cinese

E a Roma approda L'istituto Confucio

di Carmen Morrone

Nasce a Shanghai la prima Università italo-cinese e a Roma arriva l’Istituto Confucio per imparare la lingua cinese Nel 2006 Shanghai ospiterà la nuova Università italo-cinese, con corsi di laurea in Ingegneria ed Economia, per rafforzare i rapporti culturali, scientifici ed economici tra Italia e Cina. Il neonato campus italo-cinese, al quale collaboreranno per la parte italiana i Politecnici di Milano e Torino e le Università Luiss e Bocconi e per la parte cinese le Università Tongji e Fudan di Shanghai. Letizia Moratti, nel corso della sua visita in Cina, ha firmato il 4 luglio, con il Ministro dell’Educazione Zhou Ji, un protocollo d’intesa e una serie di accordi tecnici, che, oltre alla creazione dell’Università italo-cinese, prevedono il mutuo riconoscimento dei titoli di studio, il potenziamento di attività per la cooperazione interuniversitaria e lo scambio reciproco di studenti, secondo il modello inaugurato con il progetto “Marco Polo”, l’offerta di specifiche borse di studio per corsi di lauree magistrali riservate a studenti cinesi presso il Politecnico di Milano e la nascita di programmi congiunti di dottorati di ricerca e corsi post-doc. Un aspetto importante della collaborazione sancita riguarda la promozione dell’insegnamento della lingua italiana in Cina, utilizzando soprattutto le tecnologie Internet e satellitari, e il potenziamento dei laboratori di Italianistica presso l’Università di Economia e commercio con l’estero di Pechino: a tal proposito, saranno anche realizzate le “Settimane della lingua e della cultura cinese” nelle scuole secondarie italiane, e le “Settimane della lingua e della cultura italiana” in quelle cinesi. Nell’Università La Sapienza di Roma verrà infine attivata per la prima volta una sede dell’Istituto Confucio, istituzione presente in altre 7 grandi capitali del mondo, che consentirà l’insegnamento e la diffusione della lingua cinese in Italia. “La realizzazione di questi programmi”, ha commentato il Ministro Moratti, “costituisce un momento di grande portata nello sviluppo dei rapporti tra la Cina e il nostro Paese, che ha già trovato significativi riscontri nei primi positivi risultati del progetto Marco Polo, realizzato insieme con il Ministero degli Affari esteri, la Confindustria e la Crui, attraverso il quale incrementeremo notevolmente il numero di studenti cinesi in Italia, dai 200 attuali ai 2000 nel biennio 2005-2006. Inoltre questa intesa permetterà di sostenere concretamente la collaborazione tra gli atenei, lo scambio di docenti e studenti, e in particolare di stimolare una miglior conoscenza delle rispettive culture nelle scuole, ampliando sensibilmente, attraverso iniziative nel settore dell’educazione, il respiro della manifestazione “2006 Anno dell’Italia in Cina”. Scambi reciproci di studenti e cooperazione interscolastica saranno promossi anche per quanto riguarda gli istituti del secondo ciclo, in settori prioritari di comune interesse e nel campo della formazione professionale (soprattutto quelli legati al settore del turismo). Per quanto riguarda l’Università italo-cinese di Shanghai, i primi corsi di studio ad essere attivati – ai quali parteciperanno ottocento studenti – saranno una laurea di primo livello nel settore dell’ingegneria ed una laurea “magistrale” in Economia e management. Queste due iniziative hanno registrato un alto interesse da parte di istituti bancari ed imprese cinesi e possono costituire l’occasione anche per l’ulteriore sviluppo dei rapporti economici tra i due Paesi, da perseguire anche attraverso la nascita di una “Casa Italia” in Cina. Di grande rilievo è poi l’accordo intergovernativo per il riconoscimento dei titoli di studio, che pone le premesse per un significativo rafforzamento della cooperazione inter-universitaria e dello scambio di studenti, ricercatori e docenti tra i due Paesi: Italia e Cina hanno raggiunto un consenso per arrivare in tempi brevi alla firma di un accordo per snellire le procedure per il rilascio dei visti di ingresso agli studenti cinesi in Italia e per la loro iscrizione presso le Università italiane. Il Ministro Moratti ha inoltre sottoscritto altri due protocolli d’intesa, rispettivamente con il Ministro della Scienza e della tecnologia della Repubblica Popolare Cinese (Most) Xu Guanhua e con il presidente dell’Accademia Cinese delle Scienze, Lu Yongxiang, nonché quattro accordi tecnici (mentre altri verranno firmati nelle prossime settimane) finalizzati ad elevare ulteriormente il livello dei rapporti di cooperazione nel campo della ricerca scientifica e tecnologica già esistenti tra università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche e private dei due Paesi, nel rispetto delle normative che regolano la proprietà intellettuale. I contenuti del primo protocollo riguardano la nascita di laboratori congiunti di ricerca (Joint laboratories, specializzati nel trasferimento dell’innovazione alle imprese), per i quali sono in corso di definizione gli accordi tra i diversi enti interessati: gli ambiti d’interesse di tali progetti vanno dalle tecnologie spaziali all’Ict, dall’energia all’ambiente, alla fisica nucleare e all’agro-alimentare, dalla medicina e dalla medicina tradizionale cinese alle biotecnologie e alla neuroinformatica, dalle nanotecnologie e scienze dei materiali alle tecnologie per la tutela del patrimonio culturale. I singoli progetti da finanziare saranno individuati e selezionati da una commissione congiunta, composta da rappresentanti dei due ministeri. Il protocollo sottoscritto con l’Accademia cinese delle Scienze rimanda alla stipula di accordi tecnici nelle aree, considerate prioritarie, delle scienze dei materiali, dell’osservazione terrestre e del monitoraggio ambientale, del patrimonio culturale e delle tecnologie del linguaggio umano, dello sviluppo sostenibile, e ad altri progetti nel campo della fisica, della medicina e della farmacologia, implementati attraverso la realizzazione di simposi internazionali da tenersi in Cina o in Italia, lo scambio di scienziati e ricercatori. Anche in questo caso, un comitato paritetico selezionerà i progetti da attivare tra quelli proposti da università e centri di ricerca italiani e cinesi.


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