Cultura

A sentire il pontefice aveva ragione Quinzio

L'intervento del pontefice dell'11 dicembre scorso sul silenzio di Dio ed il libro omonimo di Sergio Quinzio.

di Gino Girolomoni

Ho concluso il 2002 pensando all?intervento di gran forza profetica del Papa, lo scorso 11 dicembre: “L?umanità colpita da conflitti e carestia deve affrontare anche una tragedia maggiore, quella del silenzio di Dio”. Nell?82 era uscito un libro con questo titolo di Sergio Quinzio, compianto e indimenticabile testimone del Regno di Dio. Subito si levarono voci scandalizzate, tra cui Emanuele Severino: “Già altri tentarono di sbarazzarsi della Grecia”; Giancarlo Zizola: “Quinzio, un luterano”; Gianfranco Ravasi: “Quinzio è strabico, diabolico, cioè parziale, disgregante e calunniatore”. “Tu sei un apocalittico, io un fariseo, cioè uno che santifica il presente”, sentenziava Paolo De Benedetti. Altri, invece lo difesero. Giovanni Testori: “Questi teologi della tranquillità sono i maggiori responsabili e perfidi distruttori di Cristo. Quinzio me lo sento fratello, mi dà una pugnalata di speranza”. Italo Mancini tuonava: “Finiamola con il Dio onnipotente di Spinoza. Quinzio è cattolico, ma la sua ansia di fede originaria lo fa essere vicino alla cultura ebraica. A quale ebraismo? Non quello dei rabbini, ma a quello dei profeti”. Sì, il silenzio di Dio è proprio un tema su cui meditare e sono grato al Papa d?averlo portato all?attenzione di tutti. E di questo si discuterà al Monastero di Montebello, il prossimo 22 marzo, nella giornata dedicata a Quinzio.


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