Formazione

A scuola ‘Senza zaino’ almeno 10mila studenti d’Italia

Ben 107 scuole aderenti in 12 anni di attività per un modello ispirato a Montessori e Pestalozzi che reinventa gli spazi dell'edilizia pubblica scolastica. Intervista al dirigente scolastico Marco Orsi, fondatore della rete 'Senza zaino per una scuola comunità' che verrà presentata anche al lancio del Forum nazionale scuole aperte di lunedì 16 giugno a Milano

di Daniele Biella

Nessuno studente su un banco singolo, nessun insegnante davanti alla lavagna. Piuttosto, tutti assieme in varie aree di lavoro, che rivoluzionano il cliché di aula scolastica cosi come lo conosciamo. Stiamo parlando della rete di scuole ‘Senza zaino’, la prima delle quali nasce a Lucca nel 2002 per poi diffondersi in Toscana e nel resto d’Italia, con numeri oggi più che importanti: 10mila alunni e 1300 docenti nei 52 istituti aderenti (con altri 12 istituti in fase di adesioni), 107 scuole complessive tra infanzia, primaria e secondaria di primo grado. “Creiamo spazi di lavoro con diverse possibilità, adattando l’edilizia scolastica pubblica grazie anche all’aiuto degli stessi genitori degli alunni”; spiega Marco Orsi, dirigente scolastico all’Istituto comprensorio Lucca 5 e soprattutto fondatore e attuale responsabile nazionale della rete ‘Senza zaino per una scuola comunità', che troverà spazio anche lunedì 16 giugno all’evento di lancio del Forum nazionale scuole aperte organizzato da Vita, ministero dell'Istruzione, Anci e Comune di Milano all’istituto Cardano del capoluogo lombardo.

Com’è nata l’idea delle scuole ‘Senza zaino’?
Dall’idea di un gruppo di insegnanti che voleva arrivare a un modello scolastico diverso dall’ordinario, che riprendesse elementi di vari pedagogisti tra cui Froebel, Montessori e Pestalozzi e che fosse davvero strutturato e andasse al di là della buona volontà di singoli insegnanti. L’abbiamo chiamata ‘senza zaino’ perché lo zaino è concepito come oggetto utile in luoghi inospitali, ma la scuola dev’essere tutto tranne che inospitale.

Come è strutturata una scuola della vostra rete?
Innanzitutto rendiamo più accogliente possibile l’edifico scolastico pubblico una volta che sceglie di aderire al progetto. Lo facciamo tutti assieme, genitori compresi, che donano il loro tempo. Creiamo luoghi comuni che chiamamo Agorà, in cui l’insegnante si affianca agli alunni, senza lezioni frontali e con una modalità laboratoriale.

Quali sono i passi per aderire a ‘Senza zaino’?
Le nostre linee guida, che abbiamo pubblicato, forniscono un approccio globale al curricolo scolastico, dove metodologie e struttura fisica concorrono allo stesso livello per il raggiungimento degli obiettivi formativi. Spesso riceviamo manifestazioni di interesse con il passaparola: un istituto ci contatta e, una volta che accetta la proposta, si sottopone a un anno di formazione con un lavoro sulla scuola ( plesso) in generale, non sui singoli insegnanti. Oggi disponiamo di un corpo di 60 formatori, e di recente anche la Fondazione Agnelli è venuta a studiare il nostro modello.

 

In quali scuole lavorate di più?
In primo luogo le elementari, poi l’infanzia e da tre anni a questa parte siamo in alcune scuole medie. Qui è più difficile inserirci perché la cultura pedagogica è complessa e differente dai gradi precedenti e l’alto numero di insegnanti rende macchinosa l’adesione generale al progetto, ma siamo comunque in crescita.

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