Formazione

A scuola d’integrazione in cattedra i pensionati

Un’idea semplice, ma buona: abbinare un anziano lavoratore a riposo e un extracomunitario (di Piergiulio Poli).

di Redazione

“Abbiamo avuto una buona idea, semplice!”, esclama orgogliosa nell?ufficio di Smile, a Perugia, Nadia Favalli. L?idea di cui parla è davvero semplice: abbinare a un pensionato esperto un extracomunitario interessato a imparare un mestiere e metterli in attività nell?azienda da cui il pensionato proviene. L?ufficio è piccolo, due stanze più un?aula con una decina di computer dove un gruppo di immigrati assiste a una lezione di informatica. Poco spazio per un laboratorio culturale che da anni si occupa della formazione professionale di soggetti svantaggiati. Smile infatti offre corsi di alfabetizzazione per disoccupati e si occupa anche della formazione di ex carcerati. Due anni fa Nadia Favalli cominciò a selezionare dalle liste dei pensionati di piccole e medie aziende perugine, volontari interessati a ritornare per qualche mese al vecchio lavoro. Il progetto è stato un successo: ai corsi si sono iscritti subito decine di pensionati ed extracomunitari. Numerose aziende e piccole imprese hanno aderito all?iniziativa ospitando nelle loro strutture produttive le coppie di professori-pensionati e allievi-extracomunitari. “Non è stato un lavoro facile”, continua Nadia Favalli, ” la nostra è un?idea sperimentale, un modo di fare formazione in azienda che non è mai stato provato dagli enti pubblici”. Ciò che alla fine ha convinto tutti è stato il riconoscere che l?integrazione degli extracomunitari si ottiene attraverso il contatto diretto con i formatori locali. “Tutti si sono accorti che ?integrare? gli stranieri significa rendere possibile uno scambio tra i nuovi arrivati e la cittadinanza perugina”, commenta Valeria, tutor del progetto. “Anche a Perugia gli stranieri tendono a chiudersi nelle loro comunità nazionali e c?è poco contatto con i locali”. I pensionati umbri hanno invece scoperto di poter giocare un ruolo importante nel creare ?ponti? tra i perugini doc e chi, a Perugia da poco, proviene da culture lontanissime e magari fugge da situazioni di forte conflitto sociale. È questo il caso di Juma, uno dei primi giovani extracomunitari che hanno aderito all?iniziativa. È curdo ed è fuggito dall?Iraq. Quando il suo viaggio sembrava al termine, si dovette imbarcare su una carretta del mare che però affonda: 30 compagni di viaggio muoiono. Juma si salva e fa amicizia con l?avvocato umbro che si occupa delle pratiche per ottenere lo status di rifugiato e arriva così a Perugia. “Lui mi ha detto che si poteva fare un corso e poi trovare un lavoro stabile e l?idea di imparare un mestiere da un anziano mi è subito piaciuta. Loro hanno esperienza e tanta voglia di insegnare quello che sanno”, dice Juma. Ed è la voglia di insegnare quella che ha spinto Renato ad aderire al programma. Muratore, ha lavorato per 43 anni nei cantieri e ora è in pensione: gli piacerebbe trasmettere il suo lavoro, ma ci sono pochi perugini che vogliono prendere la cazzuola in mano. “Faccio piccole riparazioni, tubature e decorazioni, soprattutto con i privati. C?è molto lavoro” dice “ma sono pochi quelli che sanno lavorare bene senza chiedere una fortuna”. Tra poco comincerà a insegnare. “Ci sono tanti immigrati e a volte hanno già un po? di esperienza come manovali. Poi con il tempo possono mettere su una loro piccola azienda”. Per Renato non conta da dove una persona viene, un buon artigiano è prima di tutto un buon artigiano.

Piergiulio Poli

Associazione Smile L?ufficio operativo dell?Umbria è in via Campo di Marte, 8/p/1- 06124 Perugia tel. 075.5009198 – 075.5058358 fax 0755016161 email: favalli@smile.it Presidente è Nadia Favalli

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