Volontariato

A Scampia c’è del buono

Viaggio nel grande quartiere ghetto: malgrado l'assenza delle forze dell'ordine la speranza non si è spenta, grazie alla passione di una rete di operatori sociali disposti a battersi ...

di Redazione

Appena comprata la macchina, Massimiliano ha fatto un giro per il quartiere. Doveva staccare la sua nuova assicurazione. Con calma. A passo d?uomo, con i finestrini ben abbassati. Un paio d?ore, per incrociare quanti più sguardi possibile.Tutti adesso sapevano che quella era la sua auto. Non ci sarebbero stati problemi. Edilizia sovietica Vicepresidente della cooperativa sociale Obiettivo Uomo, 37 anni, Massimiliano Migliaccio dal 1992 lavora con i ragazzi di Scampia. Difficile trovare una guida migliore per andare ?ndo 167. Tre cifre, dal numero della legge istitutiva di un folle progetto di edilizia popolare , che hanno accolto centinaia di famiglie del centro storico dopo il terremoto del 1980. I numeri qui dentro sono decisivi: 70mila abitanti, duemila indultati, il 50% affiliati alla camorra e un altro 45% comunque ?a disposizione?. Operai e impiegati sono una rarità. «Ma di brave persone ce ne sono», corregge Massimiliano. E anche le lettere sono importanti. Comparto H. Lotto G. Lotto P. E in mezzo il lotto K. Casermoni creati con lo stampino. Fra i tanti: le Vele. La cartolina al cemento di Scampia che ha fatto il giro del mondo. Nel deserto dell?omologazione la creatività ce l?hanno messa gli abitanti. Il comparto H è il crocevia del Triangolo delle Bermude. Si dice giri la droga migliore del Centro-Sud. Il lotto P invece è la casa dei Puffi. Dentro c?è il Mc Drive. Ovviamente, niente patatine, quaggiù la dieta è a base di cobret, la cocaina da fumare. Passato il ferro di cavallo, il lotto K, eccoci in via Baku (un omaggio all?architettura sovietica?). Non si chiama più così, ma lo chalet Baku è sempre lì: lo spaccio serale più apprezzato del quartiere. La macchina di Massimiliano, prosegue. Nei lotti T e S, dove la ?munnezza è impilata da mesi (quanto a puzzo solo i suffumigi alla diossina del campo rom, a fianco del lotto P, lo superano) è la zona dell?hashish e della marijuana. Infine la stazione della metropolitana. Collegamento diretto Scampia-Vomero. Il treno verso il paradiso. «Bisognerebbe vederli la domenica, flotte di ragazzi di Scampia in trasferta nella Napoli dei centri commerciali», racconta Massimiliano. L?ingranaggio, o? sistema, funziona. I portafogli sono pieni. «Nei nostri laboratori di educativa territoriale partecipano ragazzini di 16/17 anni che la sera fanno i capopiazza a 4mila euro al mese». Se non fosse per gli educatori, camorra e welfare sarebbero una parola sola. «Quando uno finisce in carcere, loro provvedono alla famiglia, e così quando escono, indultati o no, si sentono in debito con i clan». Il filo non si spezza. «Facciamo il possibile, entriamo nelle scuole, insegniamo un lavoro, estetista per le donne, barman per i ragazzi ». Intanto i giovani crescono. A 18 anni la luce si attenua, ma non si spegne. Arrivata la maggiore età, spariscono i finanziamenti per gli educatori di strada. «Qualcuno lo teniamo con noi, ma extra budget». La cintura di sicurezza Di lavoro vero però neanche l?ombra. La sensazione è che i 15 soci e gli altrettanti collaboratori della cooperativa Obiettivo Uomo combattano una battaglia persa. Ma non è così. Qualcosa si muove. Le Vele crollano (la demolizione definitiva è prevista per l?inizio del 2007). La sede della cooperativa è sempre piena di giovani. Quello che stanno facendo è contaminare la cultura camorristica. Un nuovo sistema dentro o? sistema. L?unica via possibile per cambiare davvero qualcosa. Piccoli segni, grandi messaggi. «Basta poco. Per esempio noi ci siamo imposti in auto di indossare sempre la cintura di sicurezza. Qui non lo fa nemmeno la polizia». Le forze dell?ordine, appunto. Oggi doveva essere il primo giorno del Piano Napoli del ministero degli Interni. Di divise per strada nemmeno l?ombra. «Stanno rintanati nel fortino della villa comunale, tutti alla scrivania». A Scampia la gente non va in piazza, non protesta. Ma quando ha un problema, si rivolge a chi è in grado di ascoltare. «Il sabato mattina di fronte alla sede c?è la fila di mamme disperate che ci vengono a chiedere aiuto per i figli finiti in brutti giri», interviene Enzo Vanacore, presidente della coop sociale L?uomo e il Legno che a Scampia sta avviando al lavoro di falegname e arte presepiale 80 giovani e meno giovani («abbiamo anche progetti per gli over 35»). Una goccia nel mare? «I numeri sono ancora piccoli, ma la nostra presenza è un punto di riferimento». A tirare sono altre attività. Lo spaccio, certo. Ma anche il mercato immobiliare vive un sorprendente boom. «Sulla carta sono tutte case popolari assegnate dal Comune», spiega Massimiliano, «e invece la compravendita è floridissima». A Scampia un appartamento costa sui 200mila euro. Chi viene al mondo in questa scatola, non è capace di vivere in nessun altro luogo. Come dice Daniele Sanzone, «nato e cresciuto in una torre di 13 piani», oggi voce degli A67, la band del quartiere che parteciperà al prossimo festival di Sanremo: «Siamo assuefatti alle regole del sistema, come quella del cavallo di ritorno, cioè non denunciare il furto, ma pagare qualcuno per avere indietro l?oggetto rubato». Assuefatti, non abbandonati. L?auto di Massimiliano continua a girare per il quartiere. Ha collaborato Stefania Santamaria Per informazioni sulle attività delle cooperative sociali a Scampia: www.consorziocore.org www.gescosociale.it


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