Inclusione

A Sovere sono le persone con disabilità a dare il “benvenuto” ai neonati

Nel comune in provincia di Bergamo gli utenti del Centro diurno disabili gestito dalla cooperativa sociale Società Dolce creano "kit nascita" per i nuovi nati

di Silvia Vicchi

«Spero che sia una femmina», dice Luca, un giovane con sindrome di Down, davanti alla scatola che ha dipinto di rosa, con fiori e farfalle.   Luca è uno degli utenti del Centro diurno disabili (Cdd) di Sovere (Bg), gestito dalla cooperativa sociale Società Dolce e la scatola colorata racchiude il kit nascita che il Comune ha deciso di donare ad ogni nuovo nato del 2025. 

Dentro vi sono prodotti per l’igiene dei neonati, un biberon, pannolini, una copertina di lana e babbucce fatte a mano dal gruppo di volontarie Le Sferruzzanti: «Ci si ritrova ogni martedì in una decina – racconta Anna, 82 anni – per realizzare ai ferri capi di abbigliamento da dare in beneficenza. In questo caso, il Comune ci ha fornito la lana e noi abbiamo creato le copertine e le scarpine da donare nei kit nascita». Le scatole sono tutte diverse, colorate e allegre, frutto del laboratorio d’arte del Centro diurno disabili e della residenza per anziani di Sovere.

«Ci piace pensare – interviene Pietro Segata, presidente di Società Dolce – che questo progetto non sia solo uno speciale augurio di benvenuto per una nuova vita, ma un contributo affinché i bambini e le bambine che ricevono il dono, una volta cresciuti possano diventare persone solidali e accoglienti verso i più fragili».

Un’iniziativa pensata e fortemente voluta dall’assessora comunale alle Politiche sociali, Fabiana Turla, molto attiva sul territorio: «La nostra – spiega – è una comunità coesa, che vogliamo rendere inclusiva per tutti. Ognuno ha risorse da condividere con gli altri, anche coloro che hanno qualche difficoltà in più e questa esperienza l’ha dimostrato. Le scatole sono belle e trasmettono l’allegria che accompagna ogni nuovo nato».

Dal primo gennaio ad oggi, a Sovere sono nati cinque bambine e due bambini, ognuno festeggiato con la consegna del kit in scatola: «È una bella iniziativa e non ce l’aspettavamo, ma fa piacere vedere che la città accoglie con festa i nostri figli», sottolinea il papà di Lara, nata due settimane fa.

E sono due settimane di età anche per Pineta, nome senegalese in memoria della nonna paterna e delle radici familiari dei genitori e per Maristella, che porta il nome scelto dai due fratellini maggiori. «L’iniziativa – chiosa Cristina Tonini, coordinatrice del centro diurno, è nata come laboratorio creativo, ma va ben oltre questo. Oggi, con la consegna dei kit nascita alle nuove nate e alle famiglie, i nostri utenti con disabilità hanno potuto toccare con mano il valore del loro lavoro e si sono sentiti gratificati, utili, parte di una comunità. Un’emozione bellissima per tutti».

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