Volontariato

A Roma sono 6mila. Duemila i volontari che li aiutano

Il censimento realizzato da Sant'Egidio

di Redazione

Cresce l’impegno delle Comunità parrocchiali che aumentano le mense domenicali, la distribuzione di panini per strada e i centri di ascolto con le docce. Il Comune da quest’anno mette a disposizione una Casa di Accoglienza per padri separati e Centri “H24” per le persone con fragilità socio-sanitaria. L’aumento delle strutture rispetto a quelle censite nella guda del 2011, in particolare dei centri di ascolto che si sono dotati di ambulatori, sono indice di un aumento di richieste di aiuto e del peggioramento diffuso dello stato di salute delle persone senza dimora.

Sono i dati resi noti dall’edizione 2012 della Guida publicata dalla Comunità di Sant’Egidio che censisce le strutture di accoglienza per i più poveri attive a Roma.

Al Centro di accoglienza per italiani di Sant’Egidio a Roma sono venute in tutto l’anno (da dicembre 2010 a novembre 2011) 1.535 persone, di cui poco più della metà sono uomini (799 maschi, 736 femmine). Cratteristica delle persone che si avvicinano al centro per la prima volta da mettere in rilievo riguarda le persone che vivono sole. L’incremento delle persone sole è da attribuire principalmente al numero di persone anziane – che spesso vivono sole – e di uomini – disoccupati, il più delle volte separati – che negli ultimi anni è in costante aumento. La percentuale di persone ultasessantacinquenni che è venuta al centro per la prima volta è pari al 23,2%, vale a dire circa una persona su quattro. Ben più elevata inoltre è la percentuale degli anziani sul totale delle presenze al centro registrate nel corso del 2011, pari a più del 40 per cento.

Sono circa 6000 le persone senza dimora a Roma (esclusi gli insediamenti rom).

Durante l’inverno trovano accoglienza presso centri di accoglienza notturna del Comune o di associazioni di volontariato circa 2800 persone così divise:

• 1500 presso parrocchie, associazioni di volontariato e religiosi

• 1300 presso centri convenzionati con il comune di Roma di cui: 420 aperti solo durante l’emergenza freddo, 180 posti permanenti, 700 per i rifugiati.

Circa 1200 persone non trovano accoglienza presso i centri e dormono per strada aspettando che si liberi un posto letto. circa 2000 persone vivono in insediamenti spontanei(baracche e tendopoli) nella periferia della città, nei parchi, nelle grotte e nei ruderi.

Su un campione di 1684 che vivono in strada incontrati durante le distribuzioni delle cene itineranti

• le donne sono il 19 %

• gli italiani sono il 18,5 %

• gli stranieri sono l’82,5 %. Di questi il 40% sono rifugiati, richiedenti asilo o dublinanti.

• il 5,7 % sono minori e tutti stranieri.

• il 1,6 % sono ultra 65enni quasi tutti italiani

Le associazioni e i gruppi che affiancano la Comunità nel servizio di strada sono una rete consolidata di una trentina di organismi che tutta la settimana è presente accanto ai poveri nei luoghi dove cercano riparo per la notte, molti nelle stazioni ferroviarie. Sono circa 2000 i romani che gratuitamente la sera si impegnano in questo modo.

La Comunità ha originalmente esteso il suo intervento nelle periferie della città fino a toccare comuni limitrofi come Guidonia, Nettuno, Civitavecchia e S.Marinella dove punte di estrema povertà cominciano ad emergere nel vasto territorio provinciale.


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