Volontariato

A Roma la IV Conferenza Europea sull’Ospedale

"L’assistenza ospedaliera è l’area dello scontro tra gli esiti della ricerca e l’attenzione al contenimento della spesa" ha detto Antonio Cicchetti, direttore della sede romana dell’Università Catto

di Benedetta Verrini

Roma capitale europea della sanità pubblica: dal 19 fino a oggi, 21 novembre, 2.100 delegati provenienti da tutto il mondo sono a congresso nella capitale per tracciare a tutto tondo i contorni della sanità pubblica italiana ed europea e per definire la strategia contro i big killer e più in generale contro le minacce alla salute che investono i cittadini europei. Ieri si è aperta anche la IV Conferenza Europea sull?Ospedale, occasione di confronto tra gli operatori per definire proposte, sul piano operativo, di differenti modelli organizzativi e funzionali delle strutture sanitarie che tengano in debito conto l?emergere di nuove professioni sanitarie, il crescente ruolo della tecnologia in medicina, le potenzialità dell?informatica diffusa nell?ospedale e, infine, modi e forme del confronto tra ospedalità pubblica e privata. “L?assistenza ospedaliera è l?area in cui è massima la visibilità dello scontro tra gli esiti della ricerca scientifico-tecnologiche e l?attenzione al contenimento della spesa. Una spesa che, in Italia, incide del 47% sul totale di quella sanitaria. I modi e le forme con cui è organizzata la ricerca scientifica, gli esiti della medicina moderna, i trend di popolazione e la pressione per il contenimento della spesa producono una ridefinizione del ruolo e della configurazione dell?ospedale”. Questa l?analisi fornita dal dr. Antonio Cicchetti, direttore della sede romana dell?Università Cattolica, nella sua relazione introduttiva alla IV Conferenza europea sull?Ospedale. ?L?ospedale diviene sempre più la sede di tecnologie complesse ed emergono strutture focalizzate su specifiche patologie, legate in grandi reti ospedaliere che progressivamente si configurano come una rete di ?centri di eccellenza? regionali, nazionali e internazionali” prosegue.”Si tratta di tendenze già operanti per condizioni di fatto, ma che è necessario guidare, per accelerare il processo e razionalizzarlo?. Nel mondo industrializzato indipendentemente dal tipo di sistema sanitario operante, la sfida è fornire risposte a tre quesiti fondamentali: come soddisfare bisogni in costante progressivo aumento a fronte di risorse inadeguate, come raggiungere la massima efficienza gestionale e come garantire ai pazienti cure appropriate e qualità di servizi, tenendo conto che, come ha affermato il dr. Cicchetti, ?Quando c?è l?efficienza c?è anche l?efficacia?. Trovare un giusto equilibrio nei sistemi sanitari che garantisca un accesso al servizio in maniera equa è un esercizio complesso, perché la domanda cresce più dell?offerta. Ogni paese europeo cerca di trovare una propria linea, ma Tutti quanti sperimentano le contraddizioni derivanti dall?applicazione dei meccanismi di ?quasi mercato?: i valori della tradizione solidaristica e del ruolo garante dello Stato mal convivono con le spinte di un liberalismo a cui forse non si crede del tutto. La nostra capacità di articolare risposte efficaci deriva dal confronto con le forze che dominano l?attuale realtà sociale e sanitaria caratterizzata: dall?invecchiamento della popolazione, che modifica le esigenze strutturali ed organizzative dell?assistenza, dalla dinamica tecnologica impone la necessità di valutazioni di appropriatezza degli investimenti, dalle trasformazioni culturali della moderna medicina, e dal fatto che i cittadini, più informati dei propri diritti e di ciò che offre il mercato, rendono più qualificata la domanda di servizi sanitari, obbligando gli ospedali ad ampliare l?offerta e a utilizzare forza lavoro professionale sempre più eterogenea, differenziata e costosa. ?Le pressioni per contenere i costi e le dinamiche politiche ?ha spiegato il dr. Cicchetti- combinano tali forze in soluzioni istituzionali locali che inducono incentivi comuni alla ridefinizione del ruolo e della configurazione dell?ospedale?. Gli ospedali ad alta intensità tecnologica e di conoscenza, che gestiscono la fase più acuta delle patologie, tendono a collegarsi naturalmente con strutture territoriali per la gestione delle fasi non acute, soprattutto per le patologie croniche e recidivanti, grazie allo sviluppo di una logica di gestione per processi e di case-disease management. ?L?ospedale ? ha proseguito il dr. Cicchetti- diviene sempre più la sede di tecnologie complesse ed emergono stabilimenti ospedalieri focalizzati su specifiche patologie, legati in grandi reti ospedaliere che progressivamente si configurano come una rete di centri di eccellenza regionali, nazionali e internazionali?. Le forze economiche e quelle dell?evoluzione tecnologica ?stanno scardinando il vecchio modello in cui ogni ospedale era pronto ad offrire ?di tutto e di più?. Solo strutture focalizzate possono avere quei volumi ampi di casistica che oggi sono richiesti per garantire efficacia e outcomes ottimali? Ecco allora le caratteristiche del centro di eccellenza tracciate dal Direttore della sede romana dell?Ateneo cattolico: assistenza ospedaliera focalizzata sempre più nella fase acuta della malattia, con conseguente riduzione dei tempi di permanenza nelle strutture, ma maggiore assorbimento di risorse; risorse e competenze concentrate in strutture organizzative sempre più complesse, sovraregionali, a elevata tecnologia, per affrontare le fasi più critiche del continuum malattia-salute: gestione efficace delle fasi più acute e critiche di specifiche patologie, per sfruttare al meglio le competenze professionali e la concentrazione di tecnologie; elevata produzione scientifica e di formazione collegata alla patologia trattata. Sulla base delle risorse impegnate nei centri di eccellenza, si deve dare grande importanza all?organizzazione, individuando due reti assistenziali: una è all?interno stesso dell?ospedale, orientata alla gestione dei ?processi?, considerando il modello organizzativo dipartimentale un pre-requisito indispensabile per favorire l?integrazione di tutti gli attori che contribuiscono ai processi assistenziali; l?altra rete è da realizzare con le diverse strutture assistenziali, con le quali vanno ricercate e trovate forme di integrazione. Due le configurazioni possibili di questa seconda rete: una orizzontale, con altri centri di eccellenza a livello nazionale e internazionale per lo sviluppo e la ricerca, l?altra verticale, con le strutture sanitarie di livello territoriale per garantire il continuum assistenziale. Poiché i sistemi sanitari saranno sempre più chiamati a valutare attentamente i loro processi di allocazione delle risorse, sempre più queste dovranno essere veicolate sui grandi progetti di eccellenza. In ospedale farà la differenza saper valutare le tecnologie e l?eccellenza scientifica con gli strumenti di health technology assessment, nonché il fitto interscambio tra le competenze scientifiche e cliniche e le competenze manageriali. ?Difficile fare previsioni certe ?ha concluso il dr. Cicchetti- ma nel futuro dell?assistenza sanitaria e di quella ospedaliera, in particolare, una cosa è certa: saranno le conoscenze scientifiche e il know-how manageriale a fare la differenza?.


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