Famiglia

A rischio l’assistenza a 800 fra minori e disabili

Don Vinicio Albanesi: «Rette bloccate da sei anni»

di Benedetta Verrini

In Veneto, mesi fa, avevano proposto di costruire qualche rotonda in meno. A Roma mirano più alto e propongono di rinunciare a un “pezzetto” del Centro Congressi di Fuksas, la “Nuvola”, che costerà all’amministrazione 270 milioni di euro.

“A noi basteranno 5 milioni, meno del 2%, per rimettere a posto i conti e poter garantire la piena assistenza ai nostri ospiti”, hanno detto oggi in una conferenza stampa tre coordinamenti di associazioni: ‘Casa al plurale’, ‘‘Roma città reciproca’, ‘Unione delle comunità di tipo familiare’, che rappresentano circa un centinaio di realtà che da anni si fanno carico e si occupano del disagio nella città di Roma.

A promuovere, in particolare, “Roma città reciproca” c’è la Comunità di Capodarco di Don Vinicio Albanesi, che a Vita spiega: “Non volevamo fare una provocazione, citando l’opera di Fuksas, ma soltanto gettare uno sguardo simbolico e far riflettere. L’amministrazione che pensa al decoro e alla bellezza della città, deve farsi carico anche dei più deboli”.

E con le rette “bloccate dal 2004” e progetti “che non hanno respiro oltre al primo anno di finanziamento”, di certo non si può dare una prospettiva alle attività del sociale. I conti si fanno in fretta: le rette sono ferme a 97 euro (127 per i disabili più gravi), mentre sarebbero necessari 206 euro per i casi più semplici e 272 per quelli più complessi. Ma il comune non ha ancora approvato il bilancio, ed è difficile dialogare con un assessorato che non ha ancora un budget a disposizione. “La situazione è molto preoccupante”, conferma Albanesi. “Le comunità hanno problemi di liquidità e temono di non poter continuare a coprire il servizio, mentre le assegnazioni di nuovi casi proseguono quotidinamente”.

Secondo gli ultimi dati del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’Infanzia e l’adolescenza, sono 1.585 i minori accolti in strutture residenziali nella regione. Le realtà dell’accoglienza sono in tutto 148, in prevalenza (58%) comunità di tipo familiare, seguite da comunità educative (33,1%) e centri di pronta accoglienza (8,8%).

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