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A Regioni e Comuni 34 miliardi per vincere lesclusione sociale
I fondi (quasi la metà andrà al Meridione) saranno a disposizione degli enti locali per finanziare piani a favore di anziani, minori e disoccupati
di Redazione
Gazzetta ufficiale: più di 34 miliardi disponibili per la realizzazione del progetto quadro ?I percorsi dell?esclusione sociale?, promosso dal Dipartimento Affari sociali della presidenza del Consiglio. La ripartizione dei fondi e le finalità del progetto sono contenute nella circolare 29 luglio ?98 della presidenza del Consiglio, pubblicata sul supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale del 10 agosto, serie generale n. 185.
Orientamento e formazione professionale per il reinserimento sociale e occupazionale di soggetti emarginati ed esclusi: sono questi gli obiettivi del progetto quadro ?I percorsi dell?esclusione sociale?, promosso dal Dipartimento Affari sociali della presidenza del Consiglio. I miliardi a disposizione per attuare il progetto sono più di trentaquattro e saranno divisi tra le Regioni e gli enti locali che presenteranno piani territoriali per il biennio 1998-99. La ripartizione indicativa delle risorse, contenuta nella circolare del Dipartimento Affari sociali della presidenza del Consiglio, pubblicata nel supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale dello scorso 10 agosto, tiene conto delle esigenze delle aree depresse del Paese, assegnando alle regioni del Mezzogiorno e alla Sicilia più di quattordici miliardi. Nel Centro Nord è invece la Lombardia a fare la parte del leone, con un?assegnazione indicativa di quattro miliardi sui venti disponibili per questa area.
L?obiettivo di fondo è quello di realizzare interventi formativi per alcune fasce ad esclusione sociale, creando nuove figure professionali che trovino lavoro, dipendente o autonomo, in imprese sociali e di servizi alle persone e in stretta collaborazione con le Regioni e gli enti locali. I metodi sono innovativi. L?intenzione è quella di trasformare la condizione di svantaggio dei soggetti esclusi in esperienza su cui far leva per costruire i percorsi formativi più adatti ai futuri operatori che lavoreranno nelle aree degradate per prevenire l?emarginazione sociale. Un percorso che vede partire proprio dal territorio le iniziative di recupero, qualificando e motivando le persone a rischio. I soldi a disposizione dovranno quindi arrivare a sostenere tutte le categorie più deboli, dai disoccupati ai nomadi rom, dalle donne sole capofamiglia ai tossicodipendenti.
Le Regioni e gli enti locali dovranno presentare i progetti locali, di cui saranno direttamente responsabili, per le aree metropolitane a declino industriale, per i quartieri urbani degradati e per tutte le aree in cui scarseggino i servizi alle persone. Servizi che dovranno rispondere ai modelli innovativi previsti dalla circolare, tenendo conto delle nuove categorie disagiate, come i minori immigrati da reinserire, i minori sfruttati e a rischio di criminalità. Un?attenzione particolare sarà rivolta ai servizi di sostegno per gli anziani, con la formazione di figure professionali che uniscano alle competenze sociali un?adeguata preparazione sanitaria e che siano in grado di garantire anche nuove forme di assistenza a domicilio.
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