Non profit

A Pristina con i volontari di don Benzi

I tre volontari partiti per il Kosovo si affiancheranno ad alcuni dei 400 mila profughi nel difficile ritorno alle loro case

di Redazione

I morti accertati fino ad oggi nella regione del Kosovo sono 879, di cui 131 donne, 95 minori, 187 uomini oltre i 55 anni, 68 cadaveri non identificabili. Gli altri sono uomini di età compresa tra i 19 e i 54 anni. Ma tutti sono caduti sotto i colpi delle truppe serbe di Milosevic. La carneficina che si compie oggi in Kosovo non è però tutta contenuta in queste pur agghiaccianti cifre: ai morti vanno aggiunti infatti 600 dispersi (veri e propri desaparecidos) e 400 mila profughi, di cui 70 mila si trovano ancora all?aperto, sistemati su carri e trattori, non avendo a disposizione neppure un tetto sotto cui ripararsi.
Mentre scriviamo l?Onu ha appena lanciato il suo ultimatum nei confronti di Milosevic, a cui anche il governo italiano si è rivolto con forza perché cessi le ostilità; e proprio in questi giorni tre volontari dell?Associazione Papa Giovanni XXIII (Andrea Pagliarini di Rimini, Eva Murtas di Torino, Emanuele Ercolani di S. Marino) sono partiti alla volta del Kosovo per continuare la presenza dell?Operazione Colomba, iniziata lo scorso luglio. I tre italiani vivranno nelle zone interessate dal conflitto, a fianco della popolazione civile sfollata, cercando di accompagnarla verso il difficile ritorno alle zone di provenienza. Nei mesi di novembre e dicembre i tre verranno raggiunti da altri volontari e obiettori di coscienza in missione di pace (i Caschi Bianchi).
Per saperne di più e contribuire anche dall?Italia, contattare l?Associazione Papa Giovanni XXIII, Servizio Obiezione e pace, tel. 0541/751498, http://www.geocities.com/ Heartland/Plains/9112

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