Cultura

A Pechino per vincereGli “altri” azzurrisfidano il dragone

l'evento Il 6 settembre al via una Paralimpiade da record

di Redazione

Quelle che si apriranno il 6 settembe a Pechino saranno già in partenza le Paralimpiadi dei record: 150 Paesi, 14 in più rispetto ad Atene. A dimostrazione che il movimento paralimpico è in crescita. La squadra cinese si presenta per la prima volta con 332 atleti, 197 uomini e 135 donne, che gareggeranno in tutte e venti le discipline. Si tratta della formazione più numerosa della storia della locale Federazione delle persone disabili, l’equivalente degli occidentali comitati paralimpici. Vi partecipano 132 atleti in più rispetto ai Giochi di Atene, dove il Paese del Dragone aveva sbaragliato il medagliere con i suoi 141 podi, di cui 63 dorati, seconda la Gran Bretagna con 94, a seguire gli States con 88, 31esima l’Italia con 19. Se per 226 atleti cinesi quelle di Pechino sono le prime Paralimpiadi per He Junquan i Giochi non hanno più segreti. Il nuotatore, con le sole braccia, ad Atene conquistò ben quattro medaglie d’oro e le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi, «voglio superare me stesso», fanno presagire grandi gare.
Stessa determinazione anche tra gli azzurri, anche loro con una formazione da primato: 86 atleti più sei sportivi guida (e manca la squadra di basket che non è riuscita a qualificarsi) per 12 discipline, tra cui l’adaptive rowing, il canottaggio, che esordirà come disciplina paralimpica a Pechino. Candidati alla medaglia più ambita Michela Brunelli detentrice del titolo italiano nel doppio ai Campionati di tennistavolo per normodotati. La rossa inossidabile Francesca Porcellato, alla sua settima Paralimpiade e portabandiera insieme a Cecilia Camellini, gareggerà in tutte le specialità della pista e non vuol perdersi la maratona. Che dire di Roberto La Barbera. Con il suo primo tifoso Andrew Howe ha scommesso sui rispettivi obiettivi: 7 e 9 metri. Infine c’è una sfida che ha il sapore di una rivincita: Andrea Pellegrini, vice campione del mondo di scherma in carrozzina a Torino 2006, potrebbe re-incontrare il cinese Ry Ye da cui era stato battuto, per un soffio. Sarà record anche di medaglie? Sì, stando ai pronostici di Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico, che preconizza ben 15 successi per la nostra squadra. In otto anni di presidenza e cinque giochi paralimpici mai si era sbilanciato. Porterà buono?

Lotta al para-doping
È anche la prima Paralimpide in cui la lotta al doping, con le nuove regole della Wada-World Anti-Doping Agency, è cominciata con mesi di anticipo. Come rivela Marco Giunio De Sanctis, segretario generale del Comitato italiano paralimpico e capo delegazione degli azzurri. «Il Bocog, comitato organizzatore, ha seguito nel corso degli scorsi mesi tutti gli atleti. Ha voluto sapere dove svolgessero gli allenamenti e le gare allo scopo di poter compiere le attività di monitoraggio in materia di doping». Va detto che nello sport paralimpico e quindi nelle Paralimpiadi le regole antidoping sono le stesse dello sport dei normododati e delle Olimpiadi. La Wada-World Anti-Doping Agency è l’organismo che presiede al controllo in entrambi i campi. «Il Comitato italiano paralimpico sta adottando gli stessi rigorosi parametri del Cio e della Wada», aggiunge De Sanctis.
Alle ultime Paralimpiadi, quelle invernali di Torino2006, nessun caso di doping, a differenza di quanto era accaduto ai Giochi di Atene 2004 dove aveva fatto clamore la squalifica a vita di tre pesisti, due dell’Azerbaigian e uno della Bielorussia e le sanzioni ad altri sette atleti. Nel 2007, anno di sole gare mondiali, sono stati sei gli atleti (pesi, sci, atletica) esclusi per due anni dalle gare. Tra questi anche l’azzurra Daila Dameno che, dopo una bellissima paralimpiade invernale a Torino, alla coppa del mondo di sci nel gennaio del 2007 è risultata positiva al furosemide (un diuretico). Non ci sono giustificazioni, mette le mani avanti De Sanctis che però precisa: «Nello sport paralimpico gli atleti per le patologie legate alla disabilità devono assumere farmaci che spesso hanno interazioni e possono ad esempio aumentare la pressione arteriosa e avere ricadute sulle prestazioni sportive». Le regole della Wada ne tengono conto, ovviamente. «L’atleta un mese prima della gara deve comunicare all’Ipc-international paralymnpic comitee che sta assumendo un determinato farmaco. La commissione antidoping verifica se lo può ritenere compatibile o no. Nel secondo caso l’atleta deve cambiare farmaco e chiedere di nuovo il parere della Wada oppure non può gareggiare». Durante le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Pechino i test antidoping saranno 4.500 contro i 3.600 di Atene. La lotta all’uso di sostanze proibite è stata sin dall’inizio dell’organizzazione dei Giochi un impegno importante. Anche riguardo alla rappresentativa cinese: è ancora vivo il ricordo della dozzina di nuotatori eliminati per doping dai Giochi asiatici del 1994. Così in aggiunta ai controlli della Wada è stato creato un centro antidoping che in un anno ha effettuato10mila test.

Partecipa alla due giorni per i 30 anni di VITA

Cara lettrice, caro lettore: il 25 e 26 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano, VITA festeggerà i suoi primi 30 anni con il titolo “E noi come vivremo?”. Un evento aperto a tutti, non per celebrare l’anniversario, ma per tracciare insieme a voi e ai tanti amici che parteciperanno nuovi futuri possibili.