Giornata persone con disabilità

A Paola Vecchia e Lorenzo Maria Grighi il Premio Bomprezzi

Si è tenuta alla vigilia del 3 dicembre la cerimonia di premiazione che ha visto anche l’illustrazione dell’indagine dell’osservatorio cittadini e disabilità di Swg. Il risultato? Gli italiani si bocciano: “non siamo un popolo inclusivo” in tre anni anche l’impegno dello Stato resta fermo al palo, un segnale per il governo “Meloni potenzi il ministero della disabilità” l'appello di Simone Fanti vicepresidente del premio

di Redazione

Sette italiani su 10 pensano che in Italia l’inclusione delle persone con disabilità sia ferma al palo: sotto accusa sia la cittadinanza sia lo Stato. Le politiche governative messe in atto non sono considerate efficaci da metà della popolazione italiana. «Un segnale per la Premier Meloni, va potenziato il ministero della disabilità» commenta Simone Fanti, vicepresidente Premio Bomprezzi-Capulli. 

Sono questi i risultati del quarto rapporto dell’Osservatorio Cittadini e disabilità, un’indagine Swg su come sta cambiando nel tempo la percezione dell’opinione pubblica sulla disabilità, lanciata in occasione del Premio Bomprezzi – Capulli a Roma promosso grazie a Fondazione Crc, Fondazione di Comunità Milano, Cbm Italia. 

L’indagine Swg: troppe le criticità. 

A tre anni dal primo Osservatorio è il tema dell’inclusione quello su cui c’è il giudizio più negativo: la stragrande maggioranza degli italiani ritiene che sia lo Stato (71%) sia i cittadini (68%) facciano poco o nulla per garantire la partecipazione paritaria delle persone con disabilità. Con un’aggravante rispetto al 2021: cresce lo spostamento dalla voce “fare poco” verso la voce “fare nulla” per l’inclusione, segnando così un’accusa severa sia verso le Istituzioni nazionali e locali sia verso se stessi. 

Poco più del 30% degli italiani valutano come positive le politiche del Governo dal suo insediamento con il ministero della Disabilità. Attorno alla metà, invece, non giudica efficace la sua azione.
La legislazione (ad esempio la legge quadro sulla Disabilità 227/2021 con in decreti attuativi) e il lavoro svolto non sono stati sufficienti, o abbastanza conosciuti, per far registrare alle norme introdotte dal ministero un riconoscimento, se non minoritario. Dopo tre anni, si conferma scarsa l’attenzione sociale verso la disabilità secondo la stragrande maggioranza degli italiani. 

Un momento della tavola rotonda

Fanalini di coda sono i temi della vita indipendente e del dopo di noi, percepiti come priorità residuali. Le voci dove si registra una crescita dal sondaggio 2021 sono il lavoro, le azioni di sensibilizzazione, trasporti e barriere architettoniche. È lo sport in cima alla classifica con un 47% di giudizio positivo, con le Paralimpiadi 2024 come fattore cruciale di conoscenza e rappresentazione delle persone con disabilità. Restano stabili negli anni l’ambito della scuola con il 43%, poi con il 38% quello dell’assistenza sanitaria e sociale, la tutela giuridica e la riabilitazione. 

La tendenza al pregiudizio e all’indifferenza

Per l’atteggiamento culturale della società cresce dal 2021 a oggi quello della “sensibilità” e “solidaristico”, ma fanno ancora da contraltare negativo la tendenza al pregiudizio (da 66 a 62) e all’indifferenza (61) e quella alla discriminazione (da 44 a 40), cresce invece l’idea che si risponda alle esigenze della disabilità con impreparazione (da 53 a 56). Un mondo che riguarda oltre il 15% degli italiani, che vede crescere il numero delle famiglie in situazione di povertà con una o più persone con disabilità e che vivono in una condizione di isolamento creata da muri relazionali, istituzionali e di contesto, come confermato da una ricerca qualitativa condotta da Cbm Italia.

«Dal primo Osservatorio lanciato dal Premio Bomprezzi Capulli nel 2021 a oggi registriamo una scarsa presa di coscienza della società italiana sui diritti delle persone con disabilità», spiega Simone Fanti, vicepresidente Premio Bomprezzi – Capulli. «Nonostante ci siano stati alcuni miglioramenti, sono gli italiani e le italiane a dirci che ci sono ancora tanti diritti negati, una presa di consapevolezza di vivere in una società non inclusiva. Il giudizio di poca incisività ed efficacia delle politiche governative è un segnale nonostante si siano tenuti l’Expo sulla disabilità e il primo G7 sul tema, l’opinione pubblica non percepisce un impegno significativo. Facciamo quindi un appello per potenziare il ministero della Disabilità, e per rendere disponibili nuove risorse per rispondere alle esigenze di chi vive ogni giorno in una condizione di disabilità».

Nel 2024 il Premio giornalistico nazionale, nel decimo anniversario della sua scomparsa, celebra Franco Bomprezzi, pioniere del racconto del mondo della disabilità e dell’inclusione. Ad esso si affianca il concorso dedicato al giornalismo positivo in ricordo della collega del Tg2 Maria Grazia Capulli, ideatrice e conduttrice della rubrica televisiva “Tutto il Bello che c’è” su Raidue. 

Il ruolo dell’informazione

«Il mondo dell’informazione e i mezzi di comunicazione giocano un ruolo essenziale nella costruzione di una società sempre più inclusiva. Il Premio Bomprezzi – Capulli opera per sostenere e riconoscere il lavoro dei giornalisti impegnati a promuovere una cultura diffusa della disabilità e un’attenzione alle iniziative di inclusione sociale. Ambiti in cui la Fondazione Crc è particolarmente attiva e nei quali investe convintamente» il commento di Mauro Gola, presidente di Fondazione Crc. 

«È un orgoglio per noi di Cbm Italia sostenere il Premio Bomprezzi dalla sua nascita: da 4 anni ci impegniamo insieme per i diritti delle persone con disabilità, sempre guardando alla nostra guida che è la Convenzione Onu in materia» dichiara Massimo Maggio, direttore di Cbm Italia. «Da qui nasce anche la ricerca sociale che abbiamo condotto sul legame tra disabilità e povertà in Italia, e le cui evidenze confermano il nostro impegno nel sostenere il protagonismo delle persone con disabilità: le famiglie ci hanno confermato che il disagio sociale e culturale è opprimente tanto quanto quello economico, il nostro ruolo è quindi quello di promuovere sempre di più una cultura dell’inclusione. Il Premio Bomprezzi-Capulli è un’importante occasione per farlo».

«Fondazione di Comunità Milano, che dal 2018 sostiene progetti solidali nell’area milanese, lavora da sempre sulle diverse abilità. Un faro in questo senso è stato Franco Bomprezzi, grande giornalista milanese che ci ha lasciati il 18 dicembre 2014. A dieci anni dalla sua scomparsa, Milano non lo ha dimenticato. C’è tanta strada ancora da fare. Per queste ragioni anche quest’anno patrociniamo il Premio Bomprezzi – Capulli che valorizza la missione di responsabilità sociale dei giornalisti e delle giornaliste», dichiara da parte sua Carlo Marchetti, presidente Fondazione di Comunità Milano. 

I Premiati

Premio Capulli: 1° posto Salvo Catalano (Tagadà La7), 2° posto Andrea Martino (TG2 Medicina 33), 3° posto ex aequo Federica Nannetti (Corriere della Sera Bologna), 3° posto ex aequo Romolo Napolitano (TV2000).

Premio Bomprezzi: 1° posto Paola Vecchia, Lorenzo Maria Grighi (Presa Diretta Raitre), 2° posto Benedetta Cappelli, Fabio Colagrande, Amedeo Lomonaco (Radio Vaticana), 3° posto ex aequo Simone Matteis (La Stampa), 3° posto ex aequo Pasquale Quaranta (La Repubblica). 

Le menzioni speciali. A questi si aggiungono poi due menzioni speciali attribuite su proposta della giuria a: Iacopo Melio (nell’immagine durante la premiazione a distanza) a cui va la menzione “Antonio Giuseppe Malafarina”, il Presidente Onorario di giura scomparso nel 2024, Fabrizio Minnella di Fondazione Con il Sud come comunicatore dell’anno. 

A valutare i lavori una giuria d’eccezione che si arricchisce ogni anno di firme di primissimo piano del mondo dell’informazione, tra carta stampata e online, TV, radio nazionali e testate di settore. 

In apertura i vincitori del premio Bomprezzi Paola Vecchia, Lorenzo Maria Grighi – tutte le immagini da ufficio stampa

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