Famiglia

A Orbetello ho detto addio alla doppietta

Qui Toscana. L'oasi maremmana protetta dal WWF

di Fulco Pratesi

Era il 1965 e io ero un giovane architetto con la passione per la caccia. Un treno mi lasciò, per puro caso, nella più splendida delle zone umide del Mediterraneo. E lì ebbi una folgorazione… Una palude, alberi isolati a contorno, boschi di sugheri e pini marittimi, trampolieri dal becco infinito che si tuffano nelle acque verdi del lago e, in lontananza, una baia azzurra che si confonde col cielo. Può un luogo così incantato cambiare una vita? A me è successo, molti anni fa. Era l?aprile del 1965 e mi trovavo in viaggio nella Maremma con un giovane e molto promettente ornitologo tedesco. All?epoca ero un giovane architetto con la passione per la caccia. Adoravo cacciare in palude, dove puoi incontrare decine di uccelli diversi nello stesso tempo che impiegheresti per incontrarne due o tre in un bosco, o in pianura. Il nostro treno si fermò improvvisamente a Orbetello e scoprimmo per caso una immensa distesa di acque interrotta solo da pinete e sughereti, che sembravano alla fine quasi tuffarsi nel mare. Eravamo arrivati in una delle più spettacolari lagune del Tirreno, la più bella, secondo me, ma le sorprese non erano ancora finite: addentrandoci in quell?ambiente sconosciuto e affascinante, scorgemmo in mezzo alla palude un uccello bianco dalle zampe lunghissime e dalle ali nere: un cavaliere d?Italia, raro quanto elegante. Eravamo emozionati di trovarlo lì, in una zona che allora era aperta alla caccia indiscriminata e a qualsiasi tipo di aggressione umana. Poco dopo, ancora più esterrefatti, assistemmo all?atterraggio di un fenicottero rosa che chissà come era capitato lì, e ci fu improvvisamente chiaro che non potevamo andarcene senza essere sicuri che quel posto unico in Italia e forse in Europa fosse protetto, e la sua fauna tutelata dai rischi della civiltà e della caccia. Stendemmo una relazione dettagliata sulla fauna della laguna di Orbetello e la presentammo di lì a poco al congresso di ornitologia applicata che si teneva a Ravenna, e contemporaneamente contattammo gli uffici del neonato WWF internazionale per chiedere loro come avremmo potuto fare per ?inventare? la prima area protetta italiana. Nacque così il WWF Italia, e sei anni dopo l?oasi di Orbetello, splendido esempio di ?zona umida? mediterranea, che possiede un fascino particolare. Per me quell?incontro ha segnato una folgorazione e un duplice addio: al rapido graf e alla doppietta. Oggi il WWF ha raggiunto l?importante traguardo di essere finalmente proprietario dell?oasi maremmana, regalandola a tutti i visitatori e lavorando per restituirle l?aspetto che aveva cent?anni fa, prima dell?avvento dell?agricoltura industriale.


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