Cultura

A nome dei disabili: il Vaticano non ci lasci soli

La Chiesa non ha firmato la Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili. Eppure ci aveva tanto lavorato...

di Franco Bomprezzi

Più di 80 Paesi hanno firmato il 30 marzo scorso la Convenzione dell?Onu sui diritti delle persone con disabilità. In prima fila l?Italia con la delegazione composta dal ministro Ferrero, da Giampiero Griffo della Fish, da Nicola Fazzi (per la prima volta una persona non in grado di rappresentare se stessa ha fatto parte di una delegazione ufficiale, caso forse unico al mondo) e Ida Collu, dell?Ens. è davvero emozionante leggere la cronaca dell?avvenimento nelle parole di Griffo (vedi www.superando.it , il sito della Federazione italiana superamento dell?handicap).

Francamente stona che fra i Paesi firmatari manchi la Città del Vaticano, che pure aveva lavorato assiduamente e positivamente alla stesura del testo, un documento di grandissimo rilievo giuridico e anche etico, la prima vera normativa universale sui diritti delle persone con disabilità. Una firma mancata che è frutto di un ripensamento tardivo, dettato da una paura a mio parere eccessiva, legata al tema dell?aborto che, secondo la Chiesa, farebbe capolino nelle pieghe dell?articolo 25 della Convenzione, che parla dei diritti legati alla salute, compresa la fase della riproduzione.

E' sorprendente come questa chiusura avvenga proprio nei confronti del movimento delle persone con disabilità che si stanno battendo da anni perché ci sia ovunque nel mondo massimo rispetto per la dignità della vita umana, anche in presenza di gravi deformità o disabilità intellettive. Era questa l?occasione per essere presenti, attivamente, a fianco di pensieri diversi, forse più laici, ma non così lontani da non essere compatibili.

Quella firma che manca è francamente un?occasione perduta.

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