Cultura

A Napoli l’hub dei disabili

1sorprese Con le associazioni in cabina di regia Capodichino è lo scalo più accessibile d'Europa

di Redazione

In tre mesi il flusso dei passeggeri con disabilità è aumentato del 15%. Nessuno si stupisca. All’ombra del Vesuvio negli ultimi anni è nato un aeroporto all’avanguardia. Un esempio? Una sala d’aspetto raggiungibile
in taxi N apoli da imitare. Un esempio di accessibilità e pari opportunità, presentato come best practice a livello europeo alla conferenza inaugurale della Giornata della disabilità. I rifiuti, stavolta, non c’entrano: quella raccontata a Bruxelles lo scorso 2 dicembre è un’altra storia e parla di Napoli, del suo aeroporto, il quinto per numero di passeggeri in Italia (circa 6 milioni l’anno) e della società che lo gestisce (la Gesac) che per adeguarsi al nuovo regolamento europeo per il trasporto dei passeggeri a ridotta mobilità ha interpellato direttamente loro, i disabili. Sembrerebbe naturale, e invece così non è: tra i 40 aeroporti italiani, solo a Capodichino si è lavorato fianco a fianco con le associazioni dei disabili. «C’è una certa diffidenza nei nostri confronti», denuncia Giampiero Griffo , rappresentante in Europa del Cnd e membro del consiglio direttivo della Fish, «di solito siamo solo quelli che piantano grane o chiedono soldi».
Il progetto, riconosciuto come best practice europea, si chiama appunto Collaudo civico , perché al “decollo” del regolamento ha partecipato anche la società civile. In tutte le fasi: prima, sedendo ai tre tavoli progettuali (sulle infrastrutture, sulle procedure di accoglienza e sulla qualità del servizio), poi gestendo il corso rivolto agli assistenti di terra dei passeggeri disabili e, infine, partecipando alle ispezioni e ai controlli di qualità. Una collaborazione iniziata nel 2003, ben prima del regolamento, quando vennero modificati e resi accessibili alle carrozzine tutti i percorsi esterni allo scalo.
Ma cos’ha fatto di così speciale la Gesac per meritarsi il plauso dell’Europa? Intanto già dal 27 luglio scorso, il giorno dopo l’entrata in vigore del regolamento, l’aeroporto di Napoli era a norma: scalo accessibile dai parcheggi fino a bordo (grazie ad un sistema di pulsanti che segnala i passeggeri disabili in attesa ai posteggi), e possibilità di viaggiare su qualunque volo, purché prenotato per tempo. Poi, al posto di un’anonima sala d’aspetto, in un’area dello scalo è stata allestita la Sala Amica, raggiungibile direttamente in taxi e auto e dotata di tv, bagni attrezzati, poltrone della giusta altezza. L’aeroporto si è inoltre dotato di tre amboulist, cioè ascensori con sollevatori per il trasporto a bordo dei passeggeri in carrozzina, bagni per disabili divisi per sesso e un potenziamento del personale addetto all’assistenza diretta, il cui numero è quasi raddoppiato (da 20 a 31) con un incremento della presenza femminile.
Già, ma quanto può costare ad uno scalo virtuoso l’adeguamento alle norme europee? «Qualche centinaia di migliaia di euro», fa sapere Rinaldo Monteneri , direttore operativo di Gesac, «una cifra alla portata di un qualsiasi scalo». Tanto più che per adeguarsi al regolamento l’Enac ha autorizzato l’aeroporto a chiedere alle compagnie aree 24 centesimi in più per ogni passeggero. Un modello, dunque, esportabile. E vantaggioso per chi lo adotta, svela Monteneri: «Negli ultimi tre mesi, il numero dei passeggeri disabili a Capodichino è aumentato del 15%». La qualità attira i clienti, anche quelli disabili.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.