Sostenibilità
A Montreal è cambiato il clima
La trattativa è stata faticosa, ma alla fine è arrivato l'accordo: il protocollo di Kyoto è rafforzato e pienamente operativo. Anche per dopo il 2012. E anche se l'America di Bush continua a dire no
di Redazione
Forse il mondo si sta accorgendo davvero che i mutamenti climatici costituiscono una minaccia molto, molto seria, e vanno affrontati con la capacità di pensare oggi al nostro futuro. Il Protocollo di Kyoto, l?unico strumento attivo di politica e di misure effettive sul clima, esce da Montreal rafforzato e pienamente operativo, nonché pronto a plasmarsi sui ben maggiori impegni di riduzione delle emissioni necessari dopo il 2012.
Il pacchetto di Montreal
L?accordo di Montreal apre anche la strada a una più ampia partecipazione da parte dei paesi in via di sviluppo in futuro, mentre il tentativo di mandare a monte le trattative, perpetrato dagli Usa prima e dalla Russia poi, è stato respinto da tutti, dal Giappone, dal Canada e dall?Unione europea. L?amministrazione Bush ha accettato un dialogo, svuotandolo però di contenuti e soprattutto di obiettivi concreti, come al solito.
Certo, consideriamo positivo che le pressioni non solo del mondo intero ma anche e soprattutto interne agli Stati Uniti, abbiano messo in difficoltà una politica tutta tesa alla difesa dei combustibili fossili e del diritto a continuare a emettere anidride carbonica da parte del maggiore inquinatore del mondo. Ma se gli Usa continueranno a non accettare obiettivi di riduzione e a spacciare come risultato l?abbassamento dell?intensità energetica (in pratica la fisiologica innovazione, calcolata con metodo statistico per unità di Pil), non si andrà molto lontano.
Gli obiettivi da raggiungere
Ora i paesi di Kyoto, a cominciare dalla molto malmessa Italia, devono raddoppiare i propri sforzi per raggiungere i loro obiettivi di riduzione, tanto più che da Montreal parte un segnale chiaro a industrie e investitori: il mercato del carbonio è una realtà che andrà ben oltre il 2012, chi inquinerà meno e consumerà meno energia sarà premiato, chi continuerà a inquinare l?atmosfera con l?anidride carbonica pagherà salato e sarà penalizzato. Cosa altro aspettano le nostre aziende, elettriche e non, per cominciare a intraprendere la strada del futuro e della competitività?
Gli impegni
Da Montreal scaturiscono due documenti conclusivi, più l?impegno nelle conclusioni del presidente a iniziare il dialogo sulla revisione del ruolo dei paesi in via di sviluppo all?interno del Protocollo – in qualche modo già prevista per il prossimo anno dal Protocollo stesso – attraverso la presentazione di idee e proposte. Inoltre a Montreal sono stati approvati una serie di provvedimenti molto importanti per rendere pienamente operativo il Protocollo di Kyoto.
Il primo documento conclusivo riguarda proprio questo trattato e formalizza un ?ad hoc working group?, un gruppo di lavoro che riceve il mandato di pensare e proporre la strategia per il secondo periodo di azione, dopo il 2012, che porti a ulteriori riduzioni da parte dei paesi sviluppati. L?iter dovrà concludersi in modo tale che non ci siano gap tra il primo e il secondo periodo di applicazione del Protocollo; in altre parole, tutta la procedura avverrà in tempo perché non ci siano interruzioni e incertezze da parte di Stati, industrie e investitori.
Il secondo documento riguarda il ?dialogo? all?interno della convenzione e rimanda a seminari che non hanno però valore di indicazione per la Conferenza delle parti.
Sugli altri punti, la Cop-Mop (incontro degli Stati che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto), ha approvato le regole operative del Protocollo (accordo di Marrakesh) e, in chiusura, tutti gli altri punti di trattativa. In particolare: l?adozione del ?compliance system?, le regole per il rispetto del Protocollo stesso; i Cdm (Clean development mechanism), i progetti nei paesi in via di sviluppo che danno la possibilità a chi li fa di ottenere dei crediti per le emissioni di anidride carbonica; le Joint implementation, i progetti nei paesi delle economie in transizione (ex paesi dell?Est); le Lulucf (foreste e agricoltura) dove in particolare si è dato avvio all?esame della proposta di inserire lo stop alla deforestazione come meccanismo ?virtuoso? di limite alle emissioni di anidride carbonica.
di Mariagrazia Midulla
responsabile Campagne internazionali WWF Italia
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