Propaganda putiniana

A Modena con il permesso del Comune si insultano i martiri di Mariupol

A Modena il prossimo 20 gennaio andrà in scena un evento intollerabile per chiunque abbia a cuore la realtà e abbia un minimo di senso morale. Il Mean chiede al sindaco, Gian Carlo Muzzarelli di non concedere la Sala Civica in nome della nostra Costituzione e dell'amore per la verità

di Riccardo Bonacina

Un'immagine di Mariupol rasa al suolo dopo l'assedio russo

M ariupol, bella città ucraina restò sotto assedio russo dal 24 febbraio 2022 al 20 maggio. Un assedio che impediva ai civili di uscire dalla città senza essere uccisi, due mesi senza cibo, elettricità e pane. In quei mesi fu impedito, dagli aggressori russi, di portare soccorso e acqua potabile alle organizzazioni umanitarie e religiose. Le testimonianze da noi raccolte raccontano il tentativo di dissetarsi con l’acqua dei termosifoni sino a che ancora circolava.

Un’analisi di Associated Press delle immagini satellitari scattate nei primi 8 mesi di occupazione mostra 8.500 nuove tombe nel solo cimitero periferico di Staryi Krym, con probabilmente più corpi sotto ogni tumulo. Ci sono almeno altre 3 fosse comuni intorno alla città, tra cui una creata dagli stessi ucraini all’inizio dell’assedio. In totale, secondo il conteggio di AP, ci sono almeno 10.300 nuove tombe sparse per Mariupol, confermate da tre patologi forensi esperti in fosse comuni. Altre migliaia di corpi probabilmente non sono mai arrivati al cimitero ma sono restati in mezzo ai detriti. A maggio, quando la città è definitivamente caduta a seguito della resa dagli ultimi resistenti nell’Azovstal, il governo municipale in esilio aveva stimato che fossero morte almeno 25mila persone; ma almeno tre persone che si trovano in città da giugno affermano che il numero delle vittime è tre volte tanto, 75mila o addirittura superiore, in base alle conversazioni avute con gli operatori che documentano la raccolta dei corpi dalle strade per conto delle autorità di occupazione russe. I ricordi delle parole dei nostri inviati (tra cui quelle di Andrea Nicastro del Corriere della sera che su quell’assedio ha dedicato un libro) e le immagini di tre giornalisti dell’AP raccolte in “20 Days in Mariupol (qui il trailer) restano incancellabili e suscitano ancora orrore.

Eppure, a Modena il prossimo 20 gennaio andrà in scena un evento intollerabile per chiunque abbia a cuore la realtà e abbia un minimo di senso morale. Con il sostegno del Comune di Modena che concede la Sala Civica, (ricordiamo che Modena è città medaglia d’oro della Resistenza!), si propone una mostra – conferenza dal titolo “Mariupol la rinascita dopo la guerra” .

Un incontro in cui verranno mostrate le casette (già deteriorate del resto) costruite sopra decine di migliaia di morti e inaugurate dallo stesso Putin la cui propaganda oltre che sui suoi media sbarca in questo inizio 2024 anche in Italia. Saranno presenti oltre al console russo, anche due noti giornalisti italiani da tempo al servizio delle autorità russe.


Il sindaco Gian Carlo Muzzarelli si è difeso dicendo che l’Associazione promotrice dell’incontro ha sottoscritto l’impegno previsto dal regolamento comunale a condividere i valori sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana. Forse, Gian Carlo Muzzarelli si è scordato che la Costituzione non prevede all’art. 11 che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”? Chi organizza un convegno per glorificare una invasione e la distruzione di Mariupol, cosa fa, se non mancare di rispetto alla Costituzione e alle decine di migliaia di civili massacrati?

Il sindaco ha poi letto la presentazione di questo evento sulla pagina Facebook dell’associazione organizzatrice? Vi si dice testualmente: “Mariupol, città simbolo della rivolta popolare contro la giunta di Kiev, città martire dell’occupazione banderista durata otto anni”.

Parole che sono espressione della più becera, bassa, arrogante e oltraggiosa propaganda russa. Una comunicazione che può essere di casa nella dittatura di Putin, avvezza a negare anche le verità più inconfutabili e i diritti umani più basilari, ma di certo non nella nostra Italia, paese fondatore dell’Unione Europea, quindi espressione di valori ben diversi. L’Italia, parte integrante di quel mondo libero e democratico, di quelle istituzioni europee che la Russia non manca mai di insultare e minacciare quotidianamente. Per questo chiediamo al sindaco di rivedere la decisione che ha concesso la Sala civica per questa obbrobriosa iniziativa.

A chiederlo sono i portavoce del Mean: Marianella Sclavi, Angelo Moretti, Marco Bentivogli e Riccardo Bonacina

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