Welfare
A Milano nasce il condominio solidale
Il Consorzio Oikos trasforma una palazzina del quartiere milanese Greco in un co-housing. «All’interno del condomino solidale speriamo che il mix abitativo, tra situazioni di normalità e fragilità, e il dialogo nato con la comunità di riferimento possano contribuire a costruire un welfare realmente comunitario e che investe nelle relazioni», dice Francesco Abbà, presidente Oikos
di Redazione
Ci sono voluti cinque anni di lavoro e l’impegno di realtà eterogenee guidate da un solo obiettivo, ma alla fine il risultato è arrivato, visibilmente sotto gli occhi del quartiere milanese Greco: la palazzina solidale Oikos, quattro piani di uno stabile adiacente alla parrocchia di San Martino in Greco, è ufficialmente realtà.
Un progetto di co-housing votato all’inclusione e all’emancipazione sociale dei soggetti a cui è rivolto e capace di abbracciare differenti situazioni di fragilità e disabilità. Mosso da una solida idea di fondo, cioè che le diversità possano essere non solo accolte, ma convivere ed essere valorizzate in una costante interazione con il territorio circostante. Sono tre le cooperative milanesi che hanno contribuito ad avviare e realizzare il progetto: Spazio Aperto Servizi, Cascina Biblioteca e Farsi Prossimo, che insieme hanno dato vita nel 2012 al Consorzio Oikos. Il Consorzio ha ottenuto dalla Curia, per i prossimi 30 anni, la palazzina in via Carlo Conti 27, sotto forma di donazione modale del diritto di superficie. Ma la ristrutturazione dello stabile dismesso è stata possibile grazie al di altre due realtà con forte propensione sociale: la Comunità di Sant’Egidio e la Fondazione Idea Vita.
L’obiettivo di questo ambizioso progetto è la realizzazione di un intervento abitativo di co-housing, attraverso attività di accoglienza temporanea e accompagnamento all’autonomia di popolazione “fragile”, si possa rendere reale un modello di convivenza in cui le persone non siano esclusivamente utenti passivi, quanto piuttosto soggetti attivamente coinvolti come risorse. Una delle particolarità del condominio solidale Oikos è esattamente questo “mix abitativo”, che ne costituisce un punto di originalità ma soprattutto un modello di nuova inclusione, per così dire eterogenea. Diversi sono gli enti che si preoccupano della gestione degli appartamenti e diverse, per origine e tipo di fragilità, le persone stesse che li abitano.
«È un progetto di grande valore per il territorio», dice Francesco Abbà, presidente del Consorzio Oikos. «Speriamo che il mix abitativo che proponiamo, tra situazioni di fragilità e normalità, e il dialogo nato con la comunità di riferimento possano contribuire a costruire un welfare realmente comunitario, che investe sulla relazione, sull'attivazione del tessuto sociale e la valorizzazione delle risorse che gli stessi portatori di bisogno sono in grado di mettere in campo».
Il modello organizzativo ha previsto la definizione di quattro fasi, che hanno pienamente coinvolto le cooperative e le loro risorse umane: in primo luogo la ristrutturazione e l’allestimento dello stabile, che versava in stato di abbandono; un percorso di sensibilizzazione al co-housing dei potenziali futuri utenti; l’avvio vero e proprio della vita all’interno del condominio e infine, dopo uno scrupoloso monitoraggio da parte degli operatori, verrà valutata la dimissione degli ospiti.
La palazzina oggi è così organizzata: al piano terra ospita M'ama Food, il catering solidale di donne rifugiate – straniere perseguitate, maltrattate o fuggite da paesi in guerra; al primo piano un bilocale ospita adulti in difficoltà e un trilocale una famiglia Rom. Al secondo piano e nella mansarda rispettivamente si trovano un bilocale per adulti in difficoltà e una grande comunità destinata a persone con disabilità lieve.
Tutti gli appartamenti sono completamente arredati, dotati dei più moderni servizi e offrono un ambiente funzionale e accogliente. A rendere possibile la realizzazione del progetto hanno contribuito numerosi partner. Fondazione Cariplo, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Enel Cuore lo hanno economicamente sostenuto dal principio; alcune aziende hanno invece donato i propri prodotti per migliorare gli standard abitativi degli appartamenti: Daikin Italy, Schindler, Zucchetti e Cooperativa Ceramica d’Imola.
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