Cultura

A Mestre 250 mila metri di solidariet

Il Villaggio Solidale del Ceis don Milani accoglie tossicodipendenti ed emarginati in mezzo alla natura

di Paolo Manzo

Villaggio solidale – Centro di solidarietà don Milani onlus Indirizzo: viale San Marco, 172 30137 Mestre (Ve) Tel. 041.5316403 (anche fax) Email: dlmilani@shineline.it Internet: www.villaggiosolidale.it Presidente: don Franco De Pieri Anno di nascita: 1985 (Ceis Don Milani) e 2001 (Villaggio solidale) Attività: accoglienza e recupero di tossicodipendenti, immigrati, rifugiati, alcolizzati, ragazze madri e minori; corsi di formazione per disoccupati, laboratori di formazione professionale, atelier artistici e strutture per l?accoglienza Un?oasi naturale tra le più belle d?Europa. Un fortino, costruito su due piani, con un aspetto fantascientifico per i quattro pozzi con mitragliatrice che spuntano in mezzo al pendio del terrapieno frontale. E il Villaggio solidale, inaugurato il 27 ottobre scorso, non poteva avere una migliore ubicazione. Nato per iniziativa del Centro di solidarietà Don Milani di Mestre, un?organizzazione non profit creata nel 1985 come comunità terapeutica d?accoglienza, il Villaggio solidale si trova all?interno di un?immensa area verde di 250mila metri quadrati, destinata a creare una comunità, uno spazio condiviso che fornisca non solo ospitalità ma anche possibilità di progettare, ideare, creare e lavorare insieme. Ma cos?è, in concreto il Villaggio solidale? «Siamo una struttura d?accoglienza per tossicodipendenti, immigrati, rifugiati politici, alcolizzati, ragazze madri e disoccupati di lungo periodo. Già ora ospitiamo ogni giorno 130 persone emarginate e in difficoltà», spiega Monica De Angeli che, del Villaggio, cura l?area della progettazione locale. Il progetto è recente, ma ha le radici nei quindici anni d?esperienza del Ceis, il Centro italiano di solidarietà Don Milani, nato come comunità terapeutica per tossicodipendenti e che oggi si presenta come struttura polivalente per il disagio sociale. Dalla sua fondazione il Ceis ha seguito oltre 1.200 tossicodipendenti e, attualmente, accoglie nelle sue strutture 150 giovani, seguiti da 70 operatori e oltre 200 volontari. «Dopo anni d?esperienza a contatto con le realtà più emarginate della società veneta, si è pensato di progettare un?area apposita, dove queste persone possano essere aiutate a uscire dal loro isolamento», spiega la De Angeli. All?interno del Villaggio solidale collaborano le 60 persone della cooperativa Unione e i dodici lavoratori del Centro studi ma notevole è anche l?aiuto di volontari e operatori esterni, psicologi, psicoterapeuti, medici e insegnanti. «Attualmente sono attivi corsi di formazione per disoccupati, tutti finanziati da progetti comunitari: per addetti alle coltivazioni del verde, per ortofrutticoltori, un corso d?artigianato del legno e uno per operatori addetti all?ospitalità e al turismo», ci racconta con giustificato orgoglio Monica De Angeli. Il successo dei corsi è testimoniato dal nuovo laboratorio che hanno costruito i ragazzi che hanno seguito il corso d?artigianato del legno. Altra iniziativa che partirà a breve all?interno del Villaggio, riguarda l?utilizzo di alcune unità abitative per l?accoglienza turistica che, nella zona di Venezia, avrà sicuramente un ampio bacino d?utenza. «Ci mancano solo i permessi», precisa Monica. Nel Villaggio solidale, oltre alla falegnameria, c?è un?officina meccanica, un laboratorio di formazione professionale, alcuni atelier artistici, una mensa, una palestra e strutture per l?accoglienza degli ospiti, ultimamente soprattutto rifugiati politici, ma anche donne, volontari e operatori sociali. Insomma un grande spazio per la progettualità sociale, aperto alla collettività e agli enti locali. Le parole d?ordine sono reinserimento e integrazione perché «il Villaggio solidale si propone come risposta concreta all?emarginazione che, purtroppo, qui da noi incontriamo ogni giorno per strada», conclude con un velo di tristezza la De Angeli.


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