Politica
A luglio l’assegno unico parte solo per chi non ha altri sostegni
Era nell'aria: a luglio l'assegno unico non sostituirà le vecchie misure preesistenti, i cui anticipi sono già stati calcolati sull'intero anno. Le nuove risorse avvieranno invece un sostegno una tantum per chi finora non ha avuto nulla. E dal 1° gennaio 2022 l'assegno partirà nella sua forma completa, assorbendo le detrazioni fiscali attuali
di Redazione
«Ora che il PNRR è stato presentato e gli uffici governativi sono nuovamente disponibili per l’attuazione delle altre misure, chiediamo al Governo un impegno serio affinché venga confermata la data del 1° luglio come termine iniziale dell’erogazione dell’assegno unico e universale per ogni figlio. Oltre al discorso sui tempi, auspichiamo che nella misura vengano messe tutte le risorse necessarie per fare in modo che sia veramente una riforma epocale. Non può esserci neppure una vaga ipotesi, ventilata da alcuni studi che circolano, secondo cui le famiglie non solo andrebbero a non prendere di più, ma in alcuni casi anche a perderci. In un momento d’investimenti sul futuro del Paese e in un’Italia da troppo tempo a nascite zero, chi ha figli deve veder migliorare la propria condizione di vita»: il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo, rilancia la richiesta delle famiglie italiane. L'assegno unico doveva essere fatto prima ed è urgente farlo adesso. Questa mattina la ministra Elena Bonetti a Sky Tg 24 ha detto invece che «l’assegno unico e universale completo partirà a regime da gennaio 2022, ma il percorso comincerà dal primo luglio». Che il 1° luglio non ci sarebbe stato l'assegno fatto e finito era in qualche modo implicito nei tempi strettissimi che la politica aveva dinanzi al momento dell'approvazione della legge delega, il 30 marzo scorso. Ma le famiglie si attendevano qualcosa di più che un allargamento della platea a chi fin'ora non ha goduto di sostegni per i figli.
«L'assegno unico e universale partirà – come ha ricordato il Presidente Draghi – nell’impegno della sua universalità, andando a coprire finalmente chi fino adesso non ha avuto sostegni per la genitorialità. Il tema riguarda soprattutto le detrazioni fiscali, quello che non possiamo permetterci e che non vogliamo che accada è che le famiglie italiane possano in qualche modo avere banalmente dei disagi, non parlo nemmeno di svantaggi economici ma di disagi»: queste le parole esatte della ministra. «Siccome i dipendenti oggi stanno percependo le loro detrazioni in busta paga, siccome ci sono stati degli anticipi sulle detrazioni fiscali, questi primi sei mesi [dell’assegno ndr] devono innestarsi su un percorso di detrazione fiscale che deve continuare. Ovviamente siccome abbiamo messo più risorse, aggiungeremo, erogheremo di più. La misura completa la si sta costruendo perché sia a regime, comprensiva quindi delle detrazioni fiscali che vengono a quel punto del tutto assorbite, dal 1° gennaio 2022. L’impegno del Governo è che dal 1° luglio ci sia un inizio del percorso. Le detrazioni fiscali saranno poi completamente assorbite nell'assegno unico da gennaio».
Di fatto quindi sembra prospettarsi – visti i tempi strettissimi – per luglio una estensione del sostegno alla genitorialità a chi finora non ha goduto di alcuna misura, in particolare ai lavoratori autonomi (che non godono degli assegni familiari) e agli incapienti (che non hanno detrazioni fiscali), mentre i lavoratori dipendenti con figli per il 2021 continueranno a ricevere i benefici attuali. La rivoluzione parte quindi il 1° gennaio 2022. «La decisione provoca delusione ma non sorprende, perché la crisi di Governo e la pandemia hanno fatto perdere mesi preziosi e perché la trasformazione dal vecchio al nuovo regime, chiaramente indicata dalla Legge delega, richiede ancora molto lavoro», è il commento di Stefano Lepri, deputato Pd, primo firmatario della proposta di legge sull'assegno unico e relatore per la commissione Affari sociali. «Prendiamo atto, ma ora chiediamo al Governo il massimo impegno per rispettare la nuova scadenza e per far comunque partire la prima fase già a luglio, destinando le risorse aggiuntive già stanziate a favore di chi oggi è meno aiutato dallo Stato nel mantenimento dei figli: incapienti, autonomi e professionisti.
«Nonostante quello attuale sia un periodo politico complesso, sull’assegno tutti i partiti sono d’accordo, sia in Parlamento che nell’esecutivo. Partiamo da questo grande risultato, che sta unendo il Paese. Noi vogliamo fidarci del Presidente del Consiglio Draghi, che pochi giorni fa, in occasione del discorso alla Camera sul PNRR, ha ricordato pubblicamente come l’assegno unico diventerà lo strumento centrale e onnicomprensivo per il sostegno alle famiglie con figli e che tale riforma, nelle intenzioni del Governo, debba rappresentare un "cambio di paradigma nelle politiche per la famiglia e a sostegno della natalità"», conclude De Palo.
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