Riconoscimenti

A Lucia Annibali il premio Asilo Mariuccia 2024

La Fondazione ha assegnato il riconoscimento nel corso di un incontro dal titolo “Panchine Rosse. Voci, Progetti e Azioni contro la violenza di genere”. Occasione per annunciare l’apertura di due case rifugio e di un centro antiviolenza. Ma soprattutto momento di riflessione sul valore di fare rete in aiuto alle donne. La presidente Emanuela Baio ha anche annunciato che Annibali ha accettato di divenire testimonial di Fam

di Antonietta Nembri

Come non rendere retorica una premiazione? Aprirla con un reading, con le voci narranti che raccontano l’esperienza di una donna accolta in un centro per donne maltrattate, vittime di violenza. Così facendo entrare pian piano le persone presenti nella mente e nell’esperienza sia della donna accolta, sia delle educatrici della comunità.  

Si è aperto proprio così, sabato 30 novembre a Milano nella sala Manzù di Fondazione Cariplo, l’evento “Panchine Rosse. Voci, Progetti e Azioni contro la violenza di genere” che ha visto l’assegnazione del premio Asilo Mariuccia 2024 a Lucia Annibali, avvocata, già parlamentare ma soprattutto una donna che, dopo essere stata vittima di un terribile atto di violenza, è in prima linea per trasmettere, in particolare ai più giovani, la consapevolezza di quanto sia importante promuovere una vera parità di genere all’interno della nostra società. Annibali è inoltre divenuta testimonial della Fondazione Asilo Mariuccia.

Il valore della rete di contrasto

L’incontro è stato condotto da Carolina Pellegrini, membro del consiglio della Fondazione Asilo Mariuccia che ha sottolinea come quello di sabato fosse soprattutto un momento per «restituire il lavoro fatto che segna la presenza di Fam nella rete di contrasto alla violenza nel nostro territorio».
Nel suo intervento Claudia Sorlini di Fondazione Cariplo ha voluto ricordare come accanto a quelle fisiche ci siano anche violenze «più subdole», come quelle dovute alla mancanza di autonomia economica «il 30% delle donne non ha un conto corrente».
Da parte sua l’assessora regionale Elena Lucchini non solo ha sottolineato come la Regione Lombardia abbia messo in campo 16,5 milioni di euro sul capitolo  a contrasto della violenza sulle donne, ma come una tra le prime misure vi sia quella dell’autonomia abitativa e che per il sostegno alla formazione al lavoro sia attivo un bando da 1,5 mln di euro. 

Nell’immagine da sx Pellegrini, Roia e Annibali

In un ideale passaggio all’incontro è intervenuto anche il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, premio Asilo Mariuccia 2023 che in un passaggio del suo intervento ha voluto sottolineare l’importanza di continuare ad agire contro la violenza anche di tipo psicologico e in particolare iniziare a responsabilizzare gli uomini «iniziamo con l’isolare chi fa battute sessiste».  

Educazione fondamentale

Hanno poi portato il loro contributo la responsabile Unità Diritti e Grave Emarginazione del Comune di Milano, Miriam Pasqui che ha sottolineato il valore della rete interistituzionale e del territorio, ma ha anche ricordato come ci si trovi oggi ad affrontare anche un’evoluzione del centri antiviolenza «come si devono comportare con le violenze all’interno di una coppia dello stesso sesso?» si è chiesta Pasqua.

Hanno preso la parola anche Rossella Vitali, governatore del Distretto Lions, Milano Città Metropolitana, il designer, Aldo Bottoli che ha realizzato la panchina rossa simbolo del premio e l’Ambassador del progetto #panchinerosse, Tina Magenta, per chiudere con la presidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune di Milano, Diana de Marchi che ha sottolineato l’importanza dell’educazione delle giovani generazioni a partire dalle materne. 

La casa rifugio nel nome della fondatrice

L’incontro e la premiazione sono state occasione per la presidente di Fam, Emanuela Baio per raccontare i progetti messi in campo dalla storica organizzazione milanese che ha infatti aperto due case rifugio a indirizzo segreto, per offrire protezione e ospitalità gratuita alle donne vittime di violenza e ai loro figli chiamate “Casa Ersilia”, in ricordo e nel segno di Ersilia Bronzini Majno che diede vita alla fondazione nel 1902. Fam ha aperto anche un centro antiviolenza accreditato in Regione Lombardia che svolge funzioni di accoglienza e supporto alle donne per la definizione di percorsi di fuoriuscita dalla violenza.
Inoltre è parte, in coordinamento con la Rete Antiviolenza, di una task force cittadina per promuovere e diffondere una cultura di contrasto alla violenza di genere e attiverà nei prossimi mesi, grazie a fondi regionali, diversi progetti di sostegno all’empowerment femminile, attraverso percorsi di formazione e ricerca lavoro. 

«Come Fondazione stiamo cercando di essere molto concreti e, grazie al sostegno delle istituzioni che credono nel nostro lavoro, abbiamo promosso tanti progetti e servizi finalizzati non solo all’accoglienza e al sostegno di donne vittime di violenza ma anche al loro reinserimento nella società e nel mondo del lavoro», ha sottolineato Baio. «Ovviamente tutto questo si aggiunge alle innumerevoli attività quotidiane svolte dai nostri educatori e dalle educatrici a sostegno delle mamme con bambini e di minori non accompagni».
Baio non ha voluto dimenticare i progetti in corso a Porto Valtravaglia in provincia di Varese, a favore dei Msna.

Giovani generazioni da sensibilizzare

Nelle motivazione del premio a Lucia Annibali si sottolinea “il grande impegno profuso in questi anni nel sensibilizzare le nuove generazioni a contrastare qualunque forma di sopruso e prevaricazione nei confronti del genere femminile”.
La premiata nel prendere la parola ha elogiato la scelta di iniziare con un reading «che mi ha molto emozionato, perché si parla sempre dell’aggressione finale, ma c’è stato tutto un prima, la paura e il dolore e i sentimenti che abitano le donne. È importante partire dalla storia delle donne, dalla ferita e ascoltare le loro parole», ha detto. 

E ha aggiunto: «Quello che oggi serve per contrastare efficacemente la violenza di genere anzitutto comprendere che è un fenomeno complesso e come tale va gestito. Occorre incrementare i controlli e agire preventivamente formando le forze dell’ordine nel riconoscere i casi di violenza quando questi ancora non sono acclarati. Ciò comporta un consistente ma necessario investimento da parte dello Stato. Inoltre è molto importante promuovere attività di educazione e di informazione nelle scuole per far comprendere alle nuove generazioni che una società evoluta deve avere come tratto identitario la parità tra i sessi». 

Consapevolezza e autonomia

Annibali ha poi sottolineato l’importanza degli aspetti economici e del lavoro. «Qualunque donna vittima di violenza ha il diritto di recuperare la propria vita partendo dall’affermazione di se stessa e dei propri talenti, personali e professionali. Per tale ragione» ha continuato «ritengo fondamentale che ciascuno di noi si debba impegnare per migliorare la struttura della nostra società, favorendo soprattutto tra i più giovani una diversa consapevolezza sul significato di amore e rispetto verso l’altro sesso. Volere il bene di una persona non significa agire secondo una logica di controllo e di possesso. Attenzione inoltre a non confondere la violenza con la conflittualità. In questo senso gioca un ruolo centrale l’informazione: è utile far capire a chi subisce violenza, che non è lasciato solo, ci sono i centri antiviolenza, le case rifugio, esiste una rete sociale che funziona e che è in grado di aiutare chi è più fragile». 

In apertura la premiazione – foto da Ufficio stampa

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.