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A lezione di tolleranza da agostino, cristiano dalla pelle scura
Il presidente algerino organizza un convegno sulla figura di S.Agostino
È certamente un tipo coraggioso il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika, l?uomo che è riuscito a ridare un filo di speranza al suo paese devastato dalla violenza dei fondamentalisti. Nelle stesse ore in cui un commando del Gia (Gruppo islamico armato) assassinava 16 persone (tra cui otto donne e tre bambini) a Uled Yaich, un villaggio a 50 chilometri da Algeri, Bouteflika ha voluto ospitare e promuovere un convegno, con tanto di esperti e studiosi venuti da tutto il mondo, su sant?Agostino. Chi pensa che una notizia come questa non c?entri nulla con la violenza che continua e che quindi sia da relegare in un taglio basso nelle pagine di cultura, sbaglia di grosso: il quotidiano francese Le Monde, che di Algeria se ne intende, il 31 marzo ne ha infatti parlato in prima pagina. E allora perché è così importante questa piccola adunata di teologi sui bordi del deserto? Innanzittutto perché è un segno quasi miracoloso di tolleranza nella terra più martoriata dall?intolleranza: cristiani e musulmani che si confrontano attorno a una delle più grandi figure della storia dell?umanità. Per i cristiani si è trattato di un invito a vincere la paura, che ancora li attanaglia dopo le stragi che li colpirono tra il 1994 e il 1996. Per i musulmani algerini si è trattato di riconoscere nel loro più grande antenato, un uomo di un?altra fede.
Agostino era africano, nato a 650 chilometri da Algeri. Lì era cresciuto, lì aveva vissuto gli anni dissipati raccontati meravigliosamente nelle ?Confessioni?; da lì se ne era venuto via per studiare . Certamente era di pelle scura e certamente era di un?intelligenza fuori dal normale. Si convertì a Milano e poi tornò nella sua Africa dove rimase sino alla fine dei suoi giorni, vescovo a Ippona, autorità riconosciuta da tutti, pilastro della Chiesa anche se lontano da Roma
Ma sino a qui abbiamo descritto un uomo che fu un affascinante crocevia di esperienze umane e culturali. In realtà Bouteflika ha capito che Agostino, l?africano Agostino, può incarnare una scommessa di laicità, decisiva per il futuro del suo paese come di tutti gli altri paesi intrappolati nella spirale del fanatismo. Questa è la scommessa: trasformare la religione da strumento di sacralizzazione del potere in uno strumento di convivenza e di tolleranza nella diversità.
In questo Agostino è davvero una strada maestra. Perché è il grande nemico di ogni concezione teocratica, di ogni concezione in cui la Città di Dio, per riprendere il titolo del suo libro più famoso, possa sopraffare la città degli uomini. Agostino, da un punto di vista religioso, indica l?imprescindibilità di una concezione laica del governo della cosa pubblica: la Grazia di Dio non ha infatti bisogno di condizioni speciali per incontrare il cuore degli uomini, dice il santo di Tagaste. E non solo chi è un po? addentro alla recente storia del mondo musulmano può capire quanto questa posizione sia decisiva; basti ricordare le recenti polemiche anche tra i cattolici italiani. Per questo l?arcivescovo di Algeri Henri Teissier, in un?intervista concessa la mensile 30giorni, che al convegno ha dedicato una copertina, ha potuto parlare di «una possibilità nuova per musulmani e cristiani di convivere con uno spirito di amicizia». Una possibilità che ogni uomo di buona volontà si augura possa fare breccia anche dove i cuori sono più induriti dalla reciproca insofferenza. Come ha detto sempre Teissier, «noi non cerchiamo a priori il bene della Chiesa, ma quello della comunità umana, nella quale c?è la Chiesa e ci sono i musulmani (o altre religioni ancora). Allora, quello che ci aspettiamo da questo convegnoè un bene per l?uomo algerino, così che riapra il cuore e la mente alla sua storia». Ecco perché il fatto che si parli di Agostino ad Algeri è davvero una questione da prima pagina. Anche per Vita.
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