Si inizia con una soggettiva rasoterra di scarpini e dei calzettoni. Maglie e calzoncini azzurri, un pallone e sei ragazzini con gli occhi sgranati e col naso all’insù…
La regia è di Stefano Ianni (uno dei protagonisti del progetto Memory Hunter, su L’Aquila). Ed è interessante vedere che lo sport inizia a creare comunicazione di questo livello anche per le giovanili.
Per una volta, però, provate a guardarlo con altri occhi e il naso all’insù: togliete il velo di ogni retorica su uno sport, il rugby, forse più pulito del calcio. Dimenticate per un attimo ogni polemica che proprio oggi occupa le pagine di giornali e siti di informazione su L’Aquila. Guardatelo con occhi liberi. Provate a sgranarli e a credere a questa favola. Guardateli al secondo 0:19, guardate le loro espressioni, come si muovono, e le loro pose. E mentre lo fate, permettete ai vostri calzini di calare un po’.
“Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già che esistono. Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi si possono sconfiggere“: lo diceva Gilbert Keith Chesterton (in uno degli aforismi più abusati sui bambini) ed è un po’ l’ispirazione che (forse) sta dietro questo video.
Chissà cosa avrebbe pensato il reverendo William Webb Ellis, che quasi 190 anni fa si inventò uno sport così duro e adulto: magari non avrà creduto a questa fiaba… ma chissà cosa succederà dopo il calcio al pallone ovale. E chissà se, a L’Aquila, non si riescano a vincere tante altre partite e a scrivere altre fiabe.
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