Welfare

A Lampedusa i migranti sono ancora allo sbando

L'avvocato e docente universitario Fulvio Vassallo: "Vivono in condizioni estreme anche i cento superstiti del naufragio del 3 ottobre, è assurdo che il Consiglio Ue abbia rinviato le decisioni da prendere in merito"

di Daniele Biella

"Sull'isola di Lampedusa, ma anche nei centri di prima accoglienza della Sicilia, la situazione è terribile ed esplosiva: non c'è nessuna idea sul futuro prossimo delle persone arrivate con gli sbarchi delle ultime settimane". Sono giorni oramai che Fulvio Vassallo Paleologo, avvocato e docente di diritto d'asilo all'Università di Palermo, monitora quello che accade ai migranti dopo l'arrivo a Lampedusa e il trasferimento sull'isola.

Qual è la situazione più grave?
Quella di chi si trova in queste ore nel centro di accoglienza di Lampedusa: gli ultimi report parlano di condizioni igieniche ignobili, gabinetti fuori uso, persone che dormono per terra oppure fuori dalle strutture, difficoltà a lavarsi. Tra queste persone ci sono oltre cento superstiti del naufragio del 3 ottobre che ha causato 380 morti: per loro la sofferenza è ancora più grave, perché oltre a non avere nulla di chiaro sul proprio futuro, molti hanno perso i parenti, e non sanno nemmeno in che parte della Sicilia sono stati seppelliti.

Perché, in particolare per loro, non si è trovata un'altra sistemazione, dato che il Regolamento 394 del 1999, che dovrebbe attuare il Testo Unico sull’immigrazione, parla di un massimo di 72 ore di permanenza nei centri di prima accoglienza e soccorso, come il centro di Contrada Imbriacola a Lampedusa?
Due i motivi principali: altrove non sembra esserci posto dove andare, tutte le strutture di accoglienza italiane sono al di là della capienza. Inoltre, c'è il grave problema delle impronte digitali: molti migranti non se le fanno prendere perché sanno che è l'unico modo per potere raggiungere i propri parenti e chiedere asilo al di fuori dell'Italia, dato che secondo il Regolamento Dublino II dove rilasci le impronte devi fare la richiesta. Ma in tal modo le procedure si allungano e la macchina burocratica s'inceppa. Questa impasse c'è ovunque, ed è scandaloso che in sede Ue, nel Consiglio dell’Unione Europea di settimana scorsa non si sia trovata una soluzione immediata. Il recente Consiglio dell’Unione Europea del 25 ottobre scorso ha fallito? Non ha preso alcuna decisione, anzi ha rinviato tutto il possibile. Ha nominato una task force, tra l'altro formata non da parlamentari europei come auspicato dal Parlamento UE, ma da membri nominati dalla Commissione europea, che da qui a dicembre capirà come agire dal punto di vista delle questioni operative come la riforma di Frontex e degli altri metodi di 'pattugliamento' del Mediterraneo. Invece ha stabilito che sulle modifiche da fare al Regolamento Dublino II , e in genere sul diritto di asilo europeo, non se ne riparlerà prima di giugno 2014, con una tempistica inopportuna, perché poco prima avverrà il naturale scioglimento dell'attuale Parlamento europeo, che andrà a nuove elezioni.

Come vede la recente azione del governo italiano 'Mare nostrum'?
Credo che aumentando la presenza delle forze navali cresce la sicurezza in mare, del resto in questi anni tra Guardia di finanza e Marina militare sono già state salvate migliaia di vite. C'è opacità, però, sulle regole d'ingaggio, per esempio sulle attività di prima identificazione e sul rilievo delle impronte digitali, che vengono prese sulla nave San Marco e che a oggi non è noto se rimangano schedate per la domanda d'asilo o meno. Ne approfitto per chiarire un tema su cui si è generata disinformazione: per i pescatori che salvano migranti non scatta automaticamente l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, non è scritto da nessuna parte. E' successo solo per un caso specifico di alcuni pescatori tunisini nel 2007, a seguito di una specifica denuncia delle autorità di polizia, ma i due comandanti sono stati poi assolti in appello. E' importante che vi sia chiarezza sulle modalità di applicazione delle leggi in vigore.

I superstiti dei viaggi della disperazione vengono però denunciati per immigrazione clandestina, secono la legge Bossi-Fini…
Sì, è un atto che fa la Polizia in automatico. Poi però generalmente le Procure propongono di archiviare tali situazioni, il problema è che spesso i Giudici di pace non accettano l'archiviazione e perseguono le persone, una volta che non hanno fatto domanda d'asilo o se questa viene respinta. Il ministero dell'Interno dovrebbe prendere una posizione chiara in tal senso, indicando alle autorità di pubblica sicurezza come procedere in modo da evitare incriminazioni automatiche.

Come uscire dall'emergenza del sovraffollamento dei centri?
Ridando potere ai comitati di coordinamento regionale degli interventi delle diverse prefetture, che dovevano già essere attivati dalla fine dello scorso febbraio, quando era terminato il programma Emergenza Nord Africa. In pochi casi tali tavoli sono partiti, e spesso sono le singole prefetture che si muovono da sole, a tentoni, senza avere un minimo quadro generale della situazione, e tentando iniziative dagli esiti imprevedibili, come la recente richiesta della Prefettura di Agrigento che vorrebbe trovare case di privati dove mettere in accoglienza le persone, senza alcuna rete di supporto. Occorrerebbe anche un coordinamento a livello nazionale che provveda a distribuire i richiedenti asilo su tutto il territorio nazionale. Se Lampedusa è una frontiera europea, non può esser solo la Sicilia a dare accoglienza, quasi esclusivamente, ai profughi che vengono salvati in acque internazionali o che vi sbarcano. La fuga verso altri paesi non può essere considerata come una soluzione accettabile di fronte alle carenze del sistema di accoglienza.

 


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