Salute
A Gorizia, la rivoluzione della psichiatria si fa anche al microfono
Nel Parco Basaglia di Gorizia trova spazio Radio Fragola Gorizia, progetto della cooperativa sociale La Collina, che realizza podcast e attività artistiche che si inseriscono all'interno di un percorso di salute mentale a tutto tondo, ben radicati sul territorio ma con uno sguardo internazionale
A Gorizia, a pochi metri dal confine con la Slovenia, c’è un grande parco. Qui, un tempo, erano rinchiusi i “malati di mente”, i dimenticati dalla società dei “sani”. E proprio da questo luogo è partito il cammino dello psichiatra Franco Basaglia, pioniere della deistituzionalizzazione da cui prende il nome la famosissima legge 180, considerata dall’Oms la normativa più rispettosa al mondo delle persone con disagio psichico. Oggi l’area verde e le strutture che vi sono inserite – c’è persino una serra – sono accessibili ai cittadini. Chi si avventura fino all’ultimo padiglione, oltre gli orti, non può fare a meno di notare un piccolo edificio: l’ex obitorio del manicomio. È una casetta, che può essere considerata metafora della rivoluzione basagliana: un luogo di morte che diventa un luogo aperto, di vita. Adesso, infatti, queste stanze sono frequentate da operatori, volontari e utenti che prestano la loro mente e la loro voce al progetto di “Radio Fragola Gorizia”, una web radio in continuo cambiamento, che si apre al territorio, contamina e si lascia contaminare.
“La prima esperienza con la radiofonia è iniziata nel 2016”, racconta Guillermo Giampietro, artista e operatore sociale, responsabile di Radio Fragola Goizia. “In realtà il progetto è molto più ampio, perché è all’interno di Spazio 174, un centro culturale che comprende anche video, archivi e documenti della deistituzionalizzazione, qui dove tutto è cominciato”. La radio è una costola di Radio Fragola Trieste, storica emittente comunitaria che si inserisce tra le attività della cooperativa sociale La Collina, che si occupa principalmente di inserimenti lavorativi di persone svantaggiate e opera ormai da decenni nell’ambito della salute mentale. “Uno dei nostri obiettivi è riuscire a dare una professionalità alle persone che passano di qua, in modo che possano trovare più facilmente un impiego”, continua Giampietro. “Non vogliamo essere uno spazio dove la gente si cronicizza, attraverso la formazione cerchiamo di tirare fuori il meglio da ciascuno. Ognuno porta un contributo diverso, così la radio è dinamica, in continua evoluzione”. C’è una fisiologica metamorfosi e un cambiamento costante all’interno dei prodotti. “Tra i podcast che stiamo preparando ultimamente ci sono degli audiolibri a più voci”, dice Giampietro. “E spesso chiediamo a chi passa di qua di prestarci la sua voce per una parte di lettura”, aggiunge sorridendo. “Le attività che facciamo qua non sono terapeutiche in senso stretto, sono artistiche, ma sicuramente la radiofonia aiuta in un percorso di salute mentale, nel rapporto con l’altro, nell’imparare a trovare le parole e i ritmi per esprimersi e comunicare”.
Uno dei capisaldi del lavoro di Basaglia è sicuramente legato all’apertura sul territorio e la stazione nata all’interno del parco che porta il suo nome porta avanti con convinzione questa idea. “Uno dei nostri progetti è la Radio di quartiere, nata per ascoltare le persone che vivono in città”, racconta l’operatore. “Andiamo, per esempio, nei bar più rappresentativi e apriamo il microfono, facciamo un po’ di musica, raccogliamo testimonianze”. Radio Fragola collabora anche con alcuni eventi importanti nel panorama culturale Goriziano, come il Festival èStoria, che ospita esperti di calibro nazionale. La cooperativa sociale La Collina organizza, in collaborazione col Comune, con l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (Asugi) e con l’Ente Regionale Patrimonio Culturale (Erpac Fvg), anche il Lunatico Festival, con tappe a Udine, a Trieste e a Gorizia, all’interno dei parchi basagliani, con un programma ricco di eventi, rappresentazioni artistiche e workshop, alla cui realizzazione collabora anche Radio Fragola. Prima della pandemia gli operatori entravano anche nelle scuole, a parlare con gli alunni. Ora, dopo la pausa, vorrebbero riprendere questo impegno, per spiegare alle giovani generazioni l’importanza delle esperienze di partecipazione nate all’interno dei vecchi manicomi. Ma dall’ex ospedale psichiatrico di Gorizia lo sguardo si allunga anche a un panorama internazionale. “Abbiamo creato delle reti con altre radio libere che lavorano nel campo della salute mentale”, spiega Giampietro, “e con dei musei, come il Reina Sofia di Madrid. Abbiamo viaggiato anche all’estero: la prima volta siamo andati in Inghilterra, a Nottingham e a Cambridge, dove abbiamo portato nelle università due documentari. È stato un momento importante per il gruppo, ci ha dato una spinta in più”. Sono state queste collaborazioni internazionali, infatti, a spingere le persone impegnate nel progetto a sperimentare nuove forme espressive, anche in termini audio-visivi e a rinnovarsi. “Non vogliamo lavorare con formule prestabilite”, conclude l’operatore. “Vogliamo valorizzare il contributo unico e personale che ciascuno può dare”.
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