Welfare

A Genova la protesta, ad Assisi la proposta

L’invito del promotore della Tavola della pace

di Redazione

Se Genova ha rappresentato il momento della protesta, la Marcia per la pace Perugia-Assisi del 14 ottobre sarà il momento della proposta. Altro che ?no global?. Il popolo della Perugia-Assisi ha un programma e un progetto positivo per rispondere alle grandi sfide del nostro tempo e promuovere la globalizzazione dei diritti umani, della democrazia e della solidarietà. Se grazie a Genova la critica alla globalizzazione neoliberista è entrata nelle case degli italiani e nei palazzi del potere, Perugia si è assunta il compito di andare oltre: promuovere una ?globalizzazione dal basso?, costruire un?alleanza mondiale tra cittadini, associazioni e istituzioni locali contro la guerra, l?ingiustizia economica e il disordine internazionale. Chi vuole cambiare questo mondo non si può limitare a condannare, manifestare o ?chiedere? ai governi. Chi vuole cambiare ha la responsabilità di agire in prima persona, che non vuol dire agire da soli con atti di testimonianza ma impegnarsi, con spirito di collaborazione e integrazione, a diffondere pratiche di giustizia, democrazia e solidarietà. La 4a Assemblea dell’Onu dei Popoli – che organizziamo a Perugia prima della Marcia con la partecipazione di centinaia di personalità della società civile e delle istituzioni locali del mondo- definirà gli elementi essenziali di questo progetto, contribuendo a dare nuovo impulso alla crescita della società civile globale. Se a Genova si è parlato della legittimità del G8 e del diritto di manifestare, a Perugia si parlerà di come rafforzare e democratizzare le Nazioni Unite, intervenire in Medio Oriente, fermare la morte per fame, la privatizzazione dell?acqua e le guerre stellari, cancellare il debito estero dei paesi impoveriti, modificare le regole del commercio internazionale, il Fondo Monetario, la Banca Mondiale, applicare il Protocollo di Kyoto, aumentare i fondi per la cooperazione internazionale. Se a Genova la contestazione ha investito i G8 e le loro politiche di globalizzazione, alla Perugia-Assisi le proposte investiranno tutti, a cominciare da chi deciderà di partecipare. Ragionare sulle responsabilità ?nostre?, prima che su quelle degli altri, farà bene alla salute di questo movimento e lo aiuterà a espandersi. Solo così riusciremo ad aggredire il virus dell?indifferenza, del cinismo e della rassegnazione, il primo vero avversario del movimento. Se a Genova è prevalsa la violenza, la Perugia-Assisi sarà la marcia della nonviolenza. Non la ?non violenza? di chi si astiene da comportamenti violenti per tattica o opportunismo ma la ?nonviolenza? di S. Francesco, Ghandi e Capitini, componente vitale della lotta per il cambiamento. Se Genova ha diviso, Perugia cercherà di unire. E lo farà accogliendo chi a Genova c?è stato e chi no. Lo farà esaltando quella pluralità di culture, valori, esperienze e metodi che sono la ricchezza di questo movimento ma che a Genova e dopo Genova non si è potuta esprimere. Se andando a Genova, decine di migliaia di ragazze e ragazzi hanno per la prima volta manifestato il proprio dissenso con il mondo, venendo prima a Perugia e poi ad Assisi, nei prossimi giorni d?ottobre, incontreranno una umanità nuova, carica di speranza, impegnata al di là delle vecchie frontiere e dei nuovi muri a ridare un senso alla politica e alla vita: per sé e per gli altri. Flavio Lotti, Perugia, 10 settembre 2001


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA