Cultura

A Firenze, uniti come non mai. I cattolici, che novit

Applauditi dal Pontefice, attaccati da Baget Bozzo, osservati da Pezzotta i cattolici impegnati nel sociale ricominciano da un manifesto sulla globalizzazione.

di Giampaolo Cerri

È stato un lavoro duro, impegnativo, ognuno ha fatto la sua parte, fino in fondo» come spiega Mario Giro della Comunità di S. Egidio. Ma alla fine è arrivato, a sorpresa, anche l?applauso del Papa che, durante l?Angelus di domenica 22 settembre in piazza S. Pietro, ha avuto parole di apprezzamento per l?incontro delle Sentinelle del mattino. «Incoraggio i promotori a continuare uniti nella costruzione della civiltà dell?amore e della pace», ha detto il pontefice, sottolineando quell?unità che è il risultato più significativo dell?incontro di Firenze. Un?unità ricercata, faticata, a lungo rischiata (cfr. Vita n. 39), ma alla fine clamorosamente raggiunta. Diversi ma uniti Uno sforzo che probabilmente «è andato a scapito del lavoro organizzativo», come ha spiegato il presidente aclista, Luigi Bobba ai giornalisti che enfatizzavano la minor affluenza rispetto a Genova 2001. In effetti, i 300 del Teatro Saschall di Firenze erano lontani dal migliaio e passa del Carlo Felice, ma la soddisfazione, se non proprio l?entusiasmo, era comunque palpabile. Lo si è capito da come una nutrita rappresentanza di dirigenti ha rintuzzato, in conferenza stampa, il fuoco di fila dei media, desiderosi di mettere alla prova l?unità del cartello. «Siamo diversi», rispondevano tutti all?unisono, «ma su queste basi siamo uniti». Differenze che si riscontrano sul Social forum europeo: «Noi ci saremo», dice Sergio Marelli, direttore generale Focsiv, «però, Social forum o meno, le Sentinelle sono accomunate dalla volontà di dialogo con tutti, con tutte le diversità di approccio e di soluzione, mantenendo una forte identità che significa riaffermazione dei nostri principi, ma soprattutto della nostra operatività». Che cosa voglia dire lo si capisce bene dal cartello sottoscritto che contiene al contempo un forte tratto di identità cattolica e una decisa apertura al dialogo; una severa analisi di globalizzazione e scenario connesso che però evita la rigidità delle posizioni aprioristiche. A guastare la festa non c?è riuscito neppure il reverendo Gianni Baget Bozzo, che aveva salutato il raduno di Firenze con un commento al vetriolo: «Cattolici uniti contro Bush», aveva scritto sul Giornale, attaccando soprattutto la Cdo, rea di essere entrata nel cartello che prima la vedeva fuori. Trattandosi di un consigliere del premier Berlusconi, il rischio di una lettura politica era già pronto. L?economista Riccardo Moro, già responsabile della Fondazione Cei per la remissione del debito, non ci sta: «Abbiamo una risorsa grande: il Vangelo, da cui discende la centralità della vita. Ci occupiamo di globalizzazione perché è un tema dove le offese alla vita si moltiplicano. Fra noi ci sono differenze? Sicuramente, ma vogliamo condividere un cammino, educativo e culturale, per costruire soluzioni. Leggere politicamente questo dato è un errore». Un punto dove le differenze comunque spariscono è la guerra. «Il mondo cattolico è cresciuto in modo da metabolizzare un rifiuto della cultura della guerra», sottolinea il coordinatore di Pax Christi, <>, «e oggi, insieme alla Cei, le associazioni dicono no alla guerra preventiva. È un passo notevole». Guerra che, per Bobba «dimostra come l?agenda mondiale entri ormai in quella quotidiana, della gente» e vede nel lavoro delle Sentinelle «il tentativo di tenere insieme i due piani, anziché scegliere la logica di rincorrere i vertici internazionali». E annuncia, a breve, «una forma più strutturata, così che l?elaborazione di pensiero non scaturisca da singoli eventi». Ma le diverse sensibilità? «Per carità, non sarà certo una falange macedone». Savino Pezzotta osserva con discrezione, come aveva fatto a Firenze, lontano dalle file dei vip politici: un nuovo polo sociale cattolico lo interessa non poco. Parla Giorgio Salina, l?uomo che ha condotto la Cdo nel cartello delle Sentinelle «Così tutti abbiamo vinto i pregiudizi» Giorgio Salina è l?uomo che ha portato nel cartello delle Sentinelle del mattino la Compagnia delle opere. E con essa, le imprese e gli enti associati: 18mila profit e 6mila non profit. Salina ha lavorato su mandato diretto del presidente della Compagnia delle opere, Giorgio Vittadini. E la presenza del rassemblement economico e sociale cui danno vita molti aderenti a Comunione e liberazione è stata senza dubbio la novità di questa seconda edizione delle Sentinelle. Di Salina si sa poco. Un uomo nuovo, a dispetto dell?età non più verdissima. Un manager dell?Ansaldo in pensione, che fa il volontario di alto profilo in Cdo. Vita: Anche il Papa, nell?Angelus di domenica scorsa, ha ricordato le Sentinelle. Soddisfatti? Giorgio Salina: Certamente. Per la nostra storia, che si rifà direttamente alla Dottrina sociale della Chiesa, quello che chiede il Papa, lo facciamo. Vita: Però arrivare a Firenze è stato faticoso? Salina: Ha richiesto lo sforzo di tutti, è stato un lavoro, una fatica appunto. E se c?è fatica e lavoro, significa che si tratta di un processo vero. Il risultato è davvero esaltante: questo manifesto è profetico, parla al mondo, non soltanto ai cattolici. Vita: Che cosa le piace di più di questo documento? Salina: Il suo slancio missionario. Credo possa essere un formidabile strumento di nuova evangelizzazione in Europa e nel mondo. Come il pontefice ha sempre chiesto. Vita: Qual è stato l?elemento decisivo? Salina: L?unità che si è creata. Da soli rappresentiamo le nostre sensibilità ma rischiamo di non essere affatto profetici. Esprimiamo, tutt?al più, le nostre legittime opinioni, per quanto buone possano essere. Vita: Cosa l?ha colpita a Firenze? Salina: Sicuramente il clima costruttivo che si è creato fra tutte le associazioni lungo queste riunioni insieme. Rimangono evidentemente le differenze ma con molte associazioni è nata una stima nuova: Pax Christi e S. Egidio su tutte. E poi l?invito di monsignor Diarmuid Martin a sporcarsi le mani e le scarpe. Storicamente i cattolici non hanno fatto trattati sullo Stato moderno ma costruito scuole, ospedali, monasteri. Vita: Baget Bozzo vi ha tenuto a battesimo con una mezza invettiva? Salina: Don Baget Bozzo è senz?altro un commentatore acuto e un opinionista penetrante, ma queste facoltà vanno esercitate su fatti e su verità. Se no si sprecano, come nel suo articolo. Peccato? Vita: Bobba ha preannunciato a breve un?agenda di lavoro. I buoni propositi alla prova? Salina: Sono d?accordissimo. Al lavoro! Info: Manifesto delle Sentinelle del mattino


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