Economia
A Firenze una festa con la cinghia tirata
Cooperazione: al via la seconda edizione delle Giornate. Dice Fini a Vita: «Le politiche di cooperazione risentono dei sacrifici da fare. Il mio compito sarà indicare le priorità»
di Paolo Manzo
Celebrazione o funerale? È questa la domanda a cui bisognerà rispondere tra il 27 ottobre a Firenze e il 6 dicembre in numerose città italiane, primo e ultimo giorno della seconda edizione delle Giornate per la Cooperazione italiana promosse dalla Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari esteri. Quaranta giorni pieni all?inverosimile di appuntamenti (120 gli incontri ufficiali, tutti di livello) per rilanciare l?immagine della cooperazione italiana.
Iniziamo col dire che l?impegno da parte del direttore generale, Giuseppe Deodato e del consigliere d?ambasciata, Antonio Morabito è stato fuori dal comune: notti insonni, programma oggettivamente ricchissimo, temi decisivi per il futuro della politica estera italiana e dell?immagine che l?Italia vuole trasmettere all?estero, soprattutto nel Sud del mondo.
Difficile trade-off
Ma, e qui arriva il problema, come far coincidere questo grande impegno comunicativo e di sensibilizzazione nei confronti del paese, con i tagli d?accetta attuati dal ministero dell?Economia in Finanziaria? Già, perché è inutile nascondersi dietro un dito: oggi l?Italia è lontana anni luce dal raggiungimento degli Obiettivi del Millennio Onu – nella fattispecie l?ottavo che prevede una percentuale dello 0,7% nel rapporto tra Aiuto pubblico allo sviluppo e Pil, da raggiungersi nel 2015 – mentre, se i tagli verranno confermati, il nostro sarà l?unico paese sviluppato a scendere al di sotto dello 0,10%…
Marelli su due fronti
«È innegabile che in questo momento la situazione della finanza pubblica costringe tutti i dicasteri a tirare la cinghia, quindi anche la politica di cooperazione risente dei sacrifici che è indispensabile fare. È evidente che tra i tanti progetti dovremo scegliere quelli prioritari, quelli con più forte valenza sociale, quelli davvero finalizzati a salvare delle vite. Molti sono necessari, ma alcuni sono davvero indispensabili. Il mio compito in questa fase sarà quello di indicare delle priorità», spiega a Vita il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini.
Dopo le Giornate avremo idee più chiare e nette su quali saranno le priorità, certo è che una svolta la si attende. Soprattutto da parte del mondo delle ong del nostro paese, sempre più costrette a ?far le nozze con i fichi secchi? a causa sia della concorrenza delle multinazionali dell?umanitario, sia dei tagli nei finanziamenti pubblici. Anche per questo, nella due giorni fiorentina che inaugura l?evento organizzato dalla Farnesina, s?è tenuto un forum alternativo (vedi box) organizzato dalla campagna Sbilanciamoci!. Per Sergio Marelli, presidente dell?Associazione ong italiane, che parteciperà a entrambi gli eventi, «la speranza è che l?iniziativa organizzata dal ministro Deodato serva a invertire il trend dei tagli. Se così non fosse, sarebbe davvero la fine, seppur di lusso, della cooperazione internazionale per il nostro Paese».
La campagna Sbilanciamoci!
Le ong vanno all’antiforum
In occasione dell’apertura ufficiale delle Giornate per la Cooperazione, la campagna Sbilanciamoci! ha organizzato un forum alternativo e un presidio di protesta a Firenze. Obiettivo enunciato dagli organizzatori: «Denunciare lo stato della Cooperazione italiana e chiedere al ministero e al governo italiano non più parole, non più tagli, ma fatti concreti per rilanciare la politica pubblica italiana di cooperazione allo sviluppo». Tra i partecipanti, oltre a Marelli, Antonio Tricarico (Campagna per la riforma della Banca mondiale), Laura Ciacci (Wwf), Antonio Onorati (Crocevia), Donato Di Santo (Movimondo), Rosita Viola (Ics), Alessandro Preti (Un ponte per…), Raffaele Salinari (Terre des Hommes), Maurizio Gubbiotti (Legambiente), Carlo Tassara (Cisp), Giancarlo Malavolti (Cocis), Giulio Marcon (Sbilanciamoci!), Vincenzo Striano (Arci), Raffaella Chiodo Karpinsky (Sdebitarsi), Graziano Zoni (Emmaus Italia) e tanti altri.
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