Welfare

A Edwards, pioniere della Fiv

4,3 milioni di bambini nati grazie alla sua tecnica. Il Vaticano critica

di Redazione

È Robert Geoffrey Edwards il vincitore del Premio Nobel 2010 per la Fisiologia e la Medicina (nella foto, la proclamazione). Lo scienziato è pioniere nel campo della fecondazione in vitro. L’annuncio è stato dato questa mattina al Karolinska Institutet di Stoccolma, in Svezia, durante una conferenza stampa trasmessa in diretta online sul sito Internet Nobel prize.org.

Le sue ricerche e i risultati ottenuti hanno reso possibile trattare l’infertilità, un disturbo in crescita, che affligge piu’ del 10% delle coppie nel mondo. Edwards e’ nato nel 1925 a Manchester, ed e’ professore all’universita’ di Cambridge. L’intuizione che gli e’ valsa oggi il prestigioso riconoscimento risale agli anni ’50: gia’ allora il fisiologo pensava che la fecondazione in vitro potesse essere usata come trattamento per l’infertilita’. Seguono anni di studi ed esperimenti, coronati dal successo il 25 luglio del 1978 quando nasce la prima bimba ‘figlia’ della provetta. Louise venuta alla luce con un cesareo, dopo una normale gravidanza di 9 mesi. Così il lavoro pionieristico di Edwards ha aperto la strada alle tecniche di fecondazione in vitro (Fiv) oggi utilizzate con successo.

Sono circa 4,3 milioni nel mondo i ‘figli della Fiv’ e delle ricerche di Robert Edwards. Proprio quest’anno, in occasione del compleanno di Louise Brown la prima bambina nata grazie alla fecondazione assistita (il 25 luglio scorso la donna, diventata mamma qualche anno fa, ha compiuto 32 anni), si erano riaccese le polemiche sul fatto che negli anni ’70 il Medical Research Council (Mrc) britannico decise di non finanziare la ricerca che porto’ alla nascita della ‘bimba del miracolo’. In un recente studio pubblicato su ‘Human Reproduction’, infatti, i ricercatori dell’Universita’ di Cambridge diretti da Martin Johnson, hanno analizzato le ragioni del ‘no’ ai finanziamenti pubblici per gli studi di Edwards e Patrick Steptoe nel 1971. Un lavoro praltro sovvenzionato da finanziatori privati che, il 25 luglio 1978, portò appunto alla nascita della prima bimba ‘in provetta’. Ebbene, dall’analisi dei carteggi, dei documenti e degli archivi dell’epoca, sono emersi una serie di “errori tattici” dei due ricercatori a caccia di finanziamenti. Ma anche il fatto che, per gli specialisti consultati dal Mrc prima di prendere una decisione in materia, fosse piu’ importante limitare la crescita della popolazione britannica, piuttosto che curare l’infertilita’.

 C’erano poi timori di possibile anomalie dei bimbi in provetta. Inoltre i due ricercatori erano giudicati troppo ‘di alto profilo’ sui media dai colleghi, che disapprovavano la loro trasparenza nel discutere di questi argomenti delicati sulle pagine dei giornali. E ancora, i due non facevano parte dell’establishment: erano teste ‘fuori dal coro’. Steptoe perche’ veniva da un ospedale minore (Oldham) ed Edwards perche’, benche’ lavorasse nella celebre Universita’ di Cambridge, a quei tempi non era ancora professore. Insomma, il ‘no’ ai finanziamenti ha avuto motivi diversi. Ma soprattutto “conseguenze importanti, sia per i due ricercatori che per la politica di sovvenzione degli studi sulla fecondazione assistita nei successivi otto anni”, scrivono gli autori. Solo la nascita di due bimbi sani fece cambiare idea ai componenti della Mrc. Oggi Edwards incassa il plauso dei colleghi del Karolinska Institutet di Stoccolma. E nuove critiche. come quelle del Vaticano. «La fecondazione in vitro lascia aperti molti dubbi, a partire dallo spreco di vite umane che si realizza con gli embrioni, spesso prodotti gia’ in partenza con lo scopo di non far nascere bebé», dice, per esempio, padre Gonzalo Miranda, docente di bioetica all’universita’ Pontificia ‘Regina Apostolorum’ a Roma.

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