Welfare

A Davos con gli Stones

di Flaviano Zandonai

L’edizione appena conclusa del World Economic Forum di Davos ha visto tra gli speaker Muhammad Yunus e tra i partecipanti una trentina di imprenditori sociali organizzati in delegazione e provenienti da tutto il mondo. Non solo Christine Lagarde, quindi, capo del FMI – che ha fatto fund raising per il fondo anti crisi mostrando la sua bella borsa (semivuota) – e altri importanti esponenti di governi e istituzioni economiche. C’era anche, e sempre più, imprenditorialità sociale, grazie al fatto che il promotore del Forum – Klaus Schwab – lo è anche di una fondazione dedicata proprio a questo settore. E così nei reportage dall’amena località svizzera si accenna ai “figli di Yunus” (leggi imprenditori sociali che fanno microcredito), mentre oggi lo stesso Yunus viene intervistato da La Stampa a tutta pagina. Un evento controverso il World Economic Forum: simbolo del potere economico e tecnocratico – non a caso la sede è blindatissima – ma al quale va dato atto di aver precorso i tempi, riconoscendo il valore di chi produce per scopi sociali e assecondando così la sua missione che, abbastanza sorprendentemente, è di intraprendere “in the global public interest”. In ogni caso, a proposito di resoconti l’Economist straccia tutti perché propone un riassunto dell’edizione appena terminata con una serie di classici dei Rolling Stones: Paint it Black dedicata alle numerose Cassandre della crisi globale, Time Is On My Side dedicata a Chelsea Clinton e altri rampolli presenti in veste di speaker e moderatori, e così via. Una playlist godevolissima alla quale mi permetterei di aggiungere un altro pezzo degli Stones da dedicare agli imprenditori sociali di Davos. Si intitola Emotional Rescue (gran canzone peraltro) e racconta di una travagliata storia d’amore. “Sei solo una povera ragazza in casa di un uomo ricco” – canta Jagger – “sei il suo cane domestico pechinese”. Messaggio pesante se riferito alla delegazione di changemakers in trasferta Svizzera, ma gli Stones, si sa, calcano la mano.


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